Il futuro del mondo
Giuseppe Lembo
Se c’è una cosa che l’uomo non sa amare è il futuro del mondo; sono tanti, veramente tanti e sempre più che, irresponsabilmente osano dichiarare al mondo ”che mi importa del futuro quando non ci sarò più, può anche finire il mondo”. Se ci si nega di proiettarsi nel futuro, si vive male anche il presente; il miglior presente dell’uomo del mondo è quello che sa guardare al futuro; che ha per obiettivo il futuro, come parte migliore del proprio essere uomo su questa Terra che va amata e ben conservata anche per quelli che verranno, in quanto continuità del presente verso il futuro e con lo sguardo attento verso il passato, espressione di quello che è stato il mondo e che va conservato per garantirsi e garantire, a quelli che verranno, il futuro antropico-naturale della Terra e dei suoi abitanti che ricevono in consegna quell’eredità terrena che non va assolutamente maltrattata abusandone, ma solo ben usata per poi trasferirla in eredità agli altri che verranno e che devono essere educati a fare la stessa cosa con le altre generazioni che dovranno abitare il futuro della Terra. Il futuro è parte di noi stessi. Nel futuro del mondo c’è come sempre la Terra. Oltre alla Terra l’uomo della Terra, oggi più che mai, deve sapersi intelligentemente impegnare per trovare le soluzioni giuste sugli aspetti macrosistemici che riguardano il futuro dell’uomo e quindi il futuro del mondo, che, purtroppo, per l’uso-abusato delle risorse degli uomini della Terra, va creando situazioni di gravi danni umani legati al clima, al suolo, alle acque e non ultimo, al cibo sempre meno salutare per l’uomo. Si tratta di danni gravissimi; volendolo, ancora oggi, sono riportabili sul binario giusto. Il clima avvelenato, il clima alterato, può essere la causa scatenante di gravi catastrofi. L’effetto serra, con l’immissione di gas nell’atmosfera avrà conseguenze catastrofiche per il futuro del mondo. L’uomo follemente impegnato ad autodistruggersi consumando a più non posso, deve smetterla di usare-abusando delle risorse della Terra; deve smetterla con il suo fare distruttivo; deve rientrare in sé stesso e ben capire che ha dei doveri da compiere anche nei confronti di quelli che verranno, di lasciare al futuro delle nuove generazioni un mondo sicuro; di lasciare al futuro delle nuove generazioni un mondo nuovo; un mondo vivibile e non una pattumiera che lo rende invivibile e gravemente ammalato di una sempre più disumana presenza umana. L’uomo del nostro tempo deve capire che è ormai scattata quell’ora X, assolutamente senza ritorno; deve, quindi, saper rinsavire e dire basta alla sua ostinata volontà di homo faber bravo a farsi male, costruendosi con le proprie mani, tanti disumani disastri che rappresentano in sé, la cancellazione del futuro. Per evitare di cancellare il futuro, occorre e da subito, tornare ad essere saggi uomini della Terra, con un fare da giusti, attenti all’Essere; attenti a quell’Essere, il meglio di noi, che è in sé fonte dei nostri saperi, dei nostri valori e di quella cultura salvifica oggi maltrattata dai tanti nanetti italiani e del mondo. La via del futuro possibile è quella di pensare, prima di tutto, a rispettare l’uomo che, con la centralità dell’Essere, saprà dare le risposte giuste per garantire, così com’è giusto che sia, il futuro del mondo; tanto, appellandosi a quei diritti inviolabili che sono un importante patrimonio dell’uomo e dell’umanità nel suo insieme, per cui per il bene universale del futuro del mondo, non vanno assolutamente cancellati.