Salerno: Ance, edilizia, credito sempre difficile
Il settore delle costruzioni in Campania continua a “soffrire” sul versante del credito. L’ulteriore ed autorevole conferma arriva dalla nota congiunturale della Banca d’Italia diffusa nei giorni scorsi. Pure a fronte di un miglioramento in atto nell’erogazione del credito alle aziende degli altri comparti produttivi, il segmento delle imprese edili non riesce a posizionarsi in campo positivo dal punto di vista di questi specifici indicatori. I dati estrapolati dal Centro Studi ANCE Salerno lasciano emergere, in particolare, due aspetti che evidenziano il permanere di una situazione difficile. Le sofferenze sui crediti totali delle costruzioni sono aumentate nel periodo dicembre 2014/giugno 2015 dal 45,3% al 47,1%. Mentre i crediti deteriorati sui crediti totali nello stesso periodo sono passati dal 62,1% al 63,1%. Per quanto concerne le nuove sofferenze si registra un lieve calo dal 9,4% al 9,2%. Stesso trend per quanto concerne i crediti scaduti, incagliati o ristrutturati su crediti totali: dal 16,8% al 16,0%. In altre parole: sofferenze e crediti deteriorati su crediti totali salgono ancora, continuando a delineare una situazione di oggettiva impossibilità delle imprese edili di fare fronte alle esposizioni in mancanza di commesse e di incassi. Sul fronte dei dati complessivi inerenti l’erogazione del credito il settore edili è in netta controtendenza (negativa) rispetto agli altri comparti. Raffrontando i flussi del periodo dicembre 2014/giugno 2015, le costruzioni accusano un -1,5%, mentre il manifatturiero fa segnare un +1,4%; i servizi un +0,6% ed altre imprese un +0,3%. «Il credito alle imprese concesso da banche e società finanziarie – scrive la Banca d’Italia – ha ripreso a crescere, tranne che nelle costruzioni. Si è attenuata la contrazione del credito alle famiglie. I tassi d’interesse sui prestiti si sono ulteriormente ridotti. La riduzione del costo del credito è stata tuttavia frenata dalla rischiosità dei prestiti che permane su livelli elevati, specie nel settore delle costruzioni». Sul piano più generale arriva, invece, un segnale positivo, sebbene non particolarmente consistente in modo particolare per le piccole imprese. «I finanziamenti bancari erogati alla clientela residente in Campania – specifica la Banca d’Italia – hanno ripreso a crescere, sebbene lievemente, nella prima parte del 2015 (0,2% nei dodici mesi terminanti a giugno. In base a dati ancora provvisori, la crescita è proseguita nei mesi estivi. Sono tornati a espandersi sia i prestiti alle famiglie consumatrici (0,5% ) sia quelli alle imprese (1,1% ). La dinamica di questi ultimi è tuttavia ascrivibile esclusivamente alle imprese medio-grandi (1,8% ); il credito alle piccole ha registrato un’ulteriore contrazione (-1,8), anche se meno marcata rispetto alla fine dello scorso anno (-2,1)». Tirando le somme e considerando le erogazioni di banche e società finanziarie, «nei dodici mesi terminanti a giugno il credito al settore produttivo è aumentato dello 0,4% (-1,5% a fine 2014). Secondo la Banca d’Italia la dinamica «è ascrivibile in larga parte alle imprese manifatturiere, perle quali il credito nel primo semestre dell’anno in corso ha accelerato (all’1,4, dal -1,9% ), in minor misura alle imprese dei servizi (allo 0,6, dal -0,7%)». Mentre «il credito al settore delle costruzioni ha continuato invece a flettere, sebbene meno rapidamente (-1,5% a giugno 2015, -2,4 alla fine del 2014). Ma quali sono stati i fattori che hanno influito sul cambio di prospettiva del mercato del credito? «Alla ripresa dei prestiti alle imprese – scrive la Banca d’Italia – ha contribuito la riduzione del costo del credito che ha beneficiato dell’ulteriore allentamento delle condizioni monetarie. A giugno 2015 i tassi d’interesse sui prestiti a breve termine erano in media pari al 7,22% , in calo di 38 punti base rispetto allo scorso dicembre. Hanno beneficiato delle più favorevoli condizioni sui mercati monetari soprattutto le imprese più grandi, con un calo dei tassi di 40 punti base, al 6,93% , a fronte di una riduzione più contenuta per le piccole (14 punti, al 9,66% ), che hanno registrato una dinamica delle sofferenze più accentuata. La diminuzione del costo del credito ha interessato tutti i settori di attività economica, ma è stata più marcata per le imprese manifatturiere (di 48 punti, al 6,40% )». Segnale ancora preoccupante proveniente dal settore edile è la prosecuzione della riduzione della domanda di finanziamenti. La domanda di credito è scaturita «principalmente dalle esigenze di finanziamento del capitale circolante e, in minor misura, da quelle di ristrutturazione del debito e di realizzazione d’investimenti produttivi. Nelle previsioni degli intermediari l’aumento della domanda di credito dovrebbe ulteriormente consolidarsi nella seconda metà del 2015». Nei quattro trimestri terminanti a giugno 2015, «il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti in essere all’inizio del periodo è stato pari al 3,5%, valore sostanzialmente invariato rispetto a quanto registrato alla fine del 2014 (3,6% ), sebbene sia ancora superiore alla media nazionale (2,7% )». Il tasso d’ingresso in sofferenza «è aumentato per le famiglie consumatrici (all’1,9% , dall’1,7), mentre è calato per le imprese (al 5,0% , dal 5,3). In questo caso anche il settore delle costruzioni registra un lieve calo (9,2% , da 9,4). La rischiosità nel settore manifatturiero è invece aumentata (4,8% , da 3,9). Le piccole imprese hanno fatto segnare un tasso d’ingresso in sofferenza in lieve aumento (5,7%, da 5,5). Nel complesso, spiegano sempre gli analisti della Banca d’Italia «l’attenuazione della dinamica della rischiosità delle imprese è confermata anche dalla flessione del deterioramento netto, soprattutto per le imprese di maggiori dimensioni». A giugno 2015 le sofferenze delle imprese hanno raggiunto il 32,1% dei prestiti totali, quelle delle famiglie consumatrici il 15,6% . E l’incidenza del complesso delle posizioni caratterizzate da anomalia (deteriorate) «si è portata al 48,2% per le imprese (dal 46,6) e al 21,3 per le famiglie (dal 21,0). I valori più elevati e in aumento «si registrano per le imprese delle costruzioni (63,1% , dal 62,1 a fine 2014) e per quelle con meno di 20 addetti (49,3% , dal 48,6 a fine 2014)». «I dati della Banca d’Italia – dichiara il Presidente di ANCE Salerno Antonio Lombardi – conferiscono ulteriore sostanza alle tesi che da tempo le imprese della filiera dell’edilizia sostengono. Il problema di fondo resta una sostanziale differenza di approccio del circuito creditizio verso le nostre aziende che sono quelle più colpite dal drastico calo degli investimenti che si è verificato negli anni della crisi. E’ bene ricordare questo aspetto anche per comprendere meglio le dinamiche che attualmente caratterizzano l’embrione di ripresa che si intravede. Il recupero del settore delle costruzioni si presenta molto più difficile anche in considerazione delle condizioni in cui sono state lasciate sprofondare le nostre imprese». «Ma – continua Lombardi – è molto preoccupante constatare che di fronte al permanere delle difficoltà di accesso al credito soprattutto delle piccole aziende edili (che restano la maggioranza) non si intravede alcun intervento di sistema specifico per il comparto. Né si avvia un’azione di monitoraggio per verificare che non vi siano disparità di trattamento solo in base alla specificità produttiva. Insomma, lo scenario non cambia. Invece di mettere in campo interventi straordinari per il comparto che ha bisogno di liquidità circolante, si prosegue nelle lentezze burocratiche che non fanno decollare l’impiego – solo per fare l’esempio più eclatante – dei fondi europei. Quando si erogherà effettivamente la spesa di questi finanziamenti?».«ANCE Salerno – conclude Lombardi – continuerà a richiedere con forza l’applicazione degli accordi firmati in sede nazionale di tutti quegli accordi che si pongono l’obiettivo di sostenere le aziende dell’edilizia nei percorsi di accesso al credito e nel mantenimento delle posizioni già attivate nelle relazioni con il mondo bancario. L’auspicio è che finalmente si faccia qualcosa di concreto senza inseguire soprattutto effetti mediatici».