Roma: Maria Rosaria Maiorino, guida Ispettorato Vaticano giubilare

Per un anno, dall’8 dicembre del 2015 al 20 novembre 2016, l’ufficio di Polizia più importante d’Italia (e forse del mondo) sarà quello ospitato in un edificio con la facciata color ocra che si affaccia su una minuscola piazza dietro al lato destro del colonnato di San Pietro. Uno slargo scavalcato, come a sottolineare una fatale vocazione dei luoghi, dalla più imponente struttura di sicurezza del Vaticano d’antan, il Passetto di Borgo che consentiva ai Pontefici di trasferirsi dai Sacri Palazzi all’inespugnabile Castel Sant’Angelo senza mai posare il piede sul suolo della città. Qui, in via del Mascherino, ha sede l’Ispettorato Vaticano, e l’atmosfera che si avverte è già quella un po’ elettrica ed eccitata della vigilia. Alle donne e agli uomini che lavorano qui dentro toccherà il ruolo di prima linea per garantire la sicurezza del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco, ossia l’evento più globale (e a rischio) del 2015. A guidare l’Ufficio, da otto mesi, è una donna: Maria Rosaria Maiorino, amalfitana, trentasei anni di carriera collezionati tra le Squadre mobili e poi le questure di Grosseto, Foggia e Palermo. Una dirigente di non molte parole, considerata dentro la Polizia di Stato una specie di record-woman (prima donna capo di una Mobile, e poi prima donna questore in sede), che ora affronta l’impegno più importante della sua vita con un animo nel quale la durezza di un approccio quasi militare, «per me è importante lavorare in uno spirito di squadra, ma sempre a condizione che sia chiaro chi comanda», convive con un genuino trasporto spirituale. «Perché – racconta – stare a contatto con il Santo Padre è un’esperienza straordinaria: sono rimasta profondamente impressionata dalla luce che ha negli occhi, dalla spontaneità, dal rispetto e dalla gratitudine che manifesta nei confronti di tutti quelli che lavorano intorno a lui, poliziotti compresi». Dall’Ispettorato dipendono al momento 144 agenti, tra i quali 21 donne. A loro si aggiungerà, a breve, un sostanzioso rinforzo del quale non è ancora stata stabilita l’entità. L’Ispettorato Vaticano è sempre stato considerato uno degli uffici di eccellenza della Polizia di Stato, e in particolare negli ultimi tempi parecchie sono state le richieste da parte di agenti e dirigenti per venire a lavorare qui. Il vertice della squadra è composta da un vice, il primo dirigente Giancarlo Sant’Elia, proveniente dalla questura di Roma, dai vicequestori aggiunti Enrico Bastrentaz e Mario Sica (il primo incaricato degli Affari generali, il secondo dell’Immigrazione e dei servizi di piazza), e dal commissario capo Lara Cianciulli, responsabile dell’attività di polizia giudiziaria e della parte tecnico-logistica. Nella sede dell’Ispettorato, ma indipendente da esso, lavora il prefetto Gianfelice Bellesini, ufficiale di collegamento tra il Governo italiano e le autorità vaticane. Le competenze dell’Ispettorato sono notevoli. La prima è curare la sicurezza del Santo Padre quando esce dai confini del suo Stato, ma restando in Italia. La seconda (che è quella decisamente più importante in vista del Giubileo) è vigilare su piazza San Pietro, in base a una regola abbastanza singolare: quando il Papa si trova nella piazza, la tutela spetta alla Gendarmeria vaticana, mentre quando non c’è spetta alla Polizia di Stato. La terza incombenza consiste nell’occuparsi (e di qui la presenza di un Ufficio immigrazione al piano terra) del rilascio di passaporti e di permessi di soggiorno per gli ecclesiastici e i dipendenti della Santa Sede. «Un ventaglio di attività – osserva Maiorino – dove l’aspetto che si potrebbe definire diplomatico è fondamentale; si ha a che fare con un mondo, quello ecclesiastico, che io ho iniziato solo ora a scoprire e a comprendere nelle sue regole, nei suoi meccanismi, nella sua mentalità, e che trovo complesso e affascinante». Diplomazia e programmazione, oltre naturalmente a un livello elevatissimo di attenzione e alla capacità di agire con determinazione e nello stesso tempo con discrezione, sono gli ingredienti del lavoro dell’Ispettorato. Spiega Maria Rosaria Maiorino: «Una buona dose di sensibilità diplomatica è necessaria per collaborare con l’ambiente vaticano, ma anche per coordinarci con le altre forze che ci affiancano nello svolgimento dei nostri compiti: la Gendarmeria vaticana, i Carabinieri, la Polizia di Roma capitale, e le questure delle varie città che vengono toccate dalle visite del Papa. Anche una buona pianificazione è determinante: non dobbiamo solo fronteggiare le emergenze, ma programmare la sicurezza di eventi che vengono calendarizzati con un largo anticipo, come le trasferte del Pontefice e le grandi cerimonie religiose». Anche se per comprensibili motivi di riservatezza non tutto il piano per il Giubileo può essere svelato, alcuni dettagli si possono già riferire. Il numero dei varchi di sicurezza, che oggi sono mediamente quattro, sarà, nell’imminenza del Giubileo, incrementato ulteriormente e adeguato alle accresciute esigenze. Ci saranno controlli (e file) diversi per i pellegrini che desiderano visitare la Basilica e quelli che invece vogliono passare sotto la Porta Santa. Oltre alle linee dedicate ai controlli di sicurezza saranno in uso parecchi metal detector portatili, per eseguire verifiche su borse e zaini in Piazza o nelle zone adiacenti. Saranno installate altre telecamere per la videosorveglianza, cosicché neppure un metro quadrato delle zone a rischio resterà privo di copertura. Verrà aumentato il numero di agenti che opereranno in borghese, mescolandosi a turisti e pellegrini. Sarà potenziata la squadra (già esistente all’interno dell’Ispettorato) incaricata di svolgere un lavoro che si potrebbe definire di intelligence. «L’intento che ci guida – dice il questore Maiorino – sarà quello di fare tutto il possibile per conciliare le esigenze di sicurezza con il rispetto delle esigenze spirituali del pellegrino. Dovremo riuscire a fare sentire tutti sicuri, ma senza che l’area di San Pietro appaia militarizzata e che risulti attenuato il carattere religioso del Giubileo. Sul Vaticano sarà più che mai puntata l’attenzione di tutti i media del mondo, e questo potrebbe spingere anche qualsiasi fanatico a desiderare di compiere qui un gesto clamoroso per assicurarsi il massimo risalto. Siamo consapevoli della delicatezza del compito che ci attende, ma ci sentiamo pronti».

Polizia Moderna-Stefano Brusadelli