Roma: Governo, Iannuzzi, Centrale Biomasse, parere negativo Ministero Beni Culturali
Tino Iannuzzi ha ricevuto in Commissione Attività’ Produttive la risposta del Ministero dei Beni Culturali (MIBAC) alla interrogazione che aveva presentato per evidenziare le molteplici ragioni che si oppongono alla realizzazione di una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata a biomasse, in località’ Sabatella/Sorvella del Comune di Capaccio. Molto importante e significativa e’ la posizione assunta dal Ministero dei Beni Culturali, che ha riconfermato con congrua motivazione il parere contrario e negativo nei confronti dell’impianto. La centrale in quel territorio rappresenterebbe una scelta sbagliata per le ragioni ben indicate dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e dalla competente Direzione Generale del MIBAC , perché la zona interessata dal progetto e’ vicina al sito archeologico di Paestum, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanita’ dell’Unesco ed e’ visitata da rilevanti flussi turistici; inoltre nelle vicinanze ricadono aree naturali protette ed il territorio del Comune parzialmente rientra nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, mentre la restante parte e’ inserita nelle aree contigue del Parco, assimilate alle aree di protezione esterna dei parchi e come tali sottoposte a tutela paesistica. Diversi, quindi, sono i vincoli che ex lege insistono su quel territorio.La zona, poi, e’ caratterizzata da produzioni agroalimentari di alta qualità e dalla presenza di centri di eccellenza legati alla filiera lattiero-casearia ed alla produzione di mozzarella di bufala campana DOP. Inoltre gli scarti ed i materiali residui derivanti dalle attività di coltivazione agricola in quel Comune mai potrebbero garantire l’autosufficienza dell’impianto, da non costruire anche per tale ulteriore ragione. Nella replica, Iannuzzi ha evidenziato che la procedura attualmente in corso, di cui all’art. 14-quater, comma 3 della legge n. 241/1990 presso il Dipartimento per il Coordinamento della Presidenza del Consiglio, e’ stata originata sia dal dissenso del MIBAC, sia da quello espresso dal Sindaco di Capaccio per il profilo assolutamente primario e prioritario della tutela della salute delle persone. Come e ‘ emerso anche nella riunione istruttoria dello scorso 29 ottobre, l’Istituto Superiore di Sanità’ si e’ pronuciato nel senso che lo studio a base del progetto della centrale, evidentemente per i suoi forti limiti e per le sue obiettive insufficienze e carenze “non permette di valutare il reale impatto ambientale e sanitario dell’impianto” in quel territorio, anche per la genericità’ estrema della relazione illustrativa. Vanno, inoltre, verificate le potenziali contaminazioni dei suoli che ne potrebbero derivare. Ne’ e’ stato elaborato il necessario studio sull’impatto metereologico dell’aria. Per tutte queste ragioni e’ necessario fermare l’iter della centrale. Non sono possibili integrazioni e/o modifiche singole, frammentate e soprattutto assunte durante l’iter già’ in corso del procedimento di decisione sull’autorizzazione del progetto; o peggio ancora durante un eventuale esercizio – da scongiurare- dell’impianto. Infatti i rischi ed i pericoli per la tutela della salute e la salubrità’ del contesto ambientale e di vita delle persone vanno tutti e contestualmente verificati ex ante sul progetto completo di ogni aspetto ed ogni necessario elaborato. Pretese integrazioni per ragioni, legate alla salvaguardia della salute, devono riportare l’intero iter amministrativo alla fase iniziale. In ogni caso occorre assoluta e rigorosa certezza scientifica dell’assenza di qualsivoglia pregiudizio o danno per la salute, come rimarcato più’ volte e giustamente dal Comune di Capaccio. Iannuzzi continuerà’, in sede parlamentare e nei rapporti istituzionali, a seguire la vicenda della centrale, che non va autorizzata per più’ ragioni collegate alla difesa della salute ed alla tutela del patrimonio archeologico, storico, culturale e naturalistico; ma anche considerando la salvaguardia di produzione agroalimentari di pregio, di attività’ turistiche, con tante considerevoli e consistenti ricadute negative sui livelli occupazionali della intera zona.