Vallo di Diano: Se Non Ora Quando “Scarpe rosse contro femminicidio”
A Ciudad Juárez, in Messico, è nato il termine “femminicidio” perché, nella più totale impunità, sono sparite dal 1993 centinaia e centinaia di donne, uccise perché donne. Ed è sempre a Ciudad Juárez che è stato allestito per la prima volta, sei anni fa, il progetto di arte pubblica “Zapatos rojos”. In questa cittadina messicana Elina Chauvet raccolse nel 2009 trentatre paia di scarpe rosse, per disporle tra le sue vie e piazze quale metafora di una marcia silenziosa ma di protesta fragorosa per le donne assenti, perché uccise o rapite e mai tornate a casa. Le scarpe rosse sono, infatti, la memoria dell’assenza di quelle donne e bambine scomparse a Ciudad Juárez, oramai conosciuta nel mondo come la città che divora le sue figlie. Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, molte piazze italiane accoglieranno nuovamente centinaia di scarpe rosse. Sei anni fa iniziò Bergamo con questa installazione artistica. Un colpo d’occhio a effetto, un simbolo immediato e potente: il rosso che simboleggia la violenza, il sangue ma allo stesso tempo l’amore e le scarpe a rappresentare il percorso di ogni singola donna verso la libertà dalla violenza. Ognuna con la sua personale storia, ma tutte a costruire insieme un percorso comune e condiviso. Quest’anno Se non ora quando-Vallo di Diano farà indossare idealmente le scarpe rosse a Sala Consilina per impegnare tutta la nostra comunità a sconfiggere insieme la violenza di genere, perché la violenza contro le donne e’ una sconfitta per tutti. Difatti, se si pensa che in Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo che la conosceva bene e che diceva di amarla, si comprende come nel nostro Paese, purtroppo, ci sia ancora molto da fare. Le scarpe rosse diventano, quindi, il simbolo di una ‘presenza-assenza’, quella di una donna uccisa da un uomo, il più delle volte il proprio compagno di vita. Se in molte città italiane oramai questa installazione artistica è divenuta un simbolo e un collante della lotta alla violenza contro le donne, una sorta di coro silenzioso a più voci per creare coscienza del problema nella gente, anche noi vogliamo dare un contributo. Non solo per contrastare la diffusione del problema sociale, ma soprattutto per non dimenticare le donne vittime di violenza. A Sala Consilina, su per la scalinata cittadina, le scarpe rosse staranno a testimoniare un corteo di donne assenti perché cancellate dalla violenza, donne che però nella realtà avrebbero avuto tutta una vita innanzi a sé. Immaginiamole con indosso quelle scarpe, ne onoreremo la memoria oggi e ci impegneremo a tentare di salvarne altre domani.