Salerno: rendere meno miope una sinistra “sinistrata” attraverso memoria storica
Sicuramente quella di continuare, nel 23° anno di esistenza/resistenza nella nostra città, l’esperienza politica e culturale ben consci dei sacrifici e delle problematiche che hanno accompagnato ed accompagneranno l’unica espressione socio politico/culturale, autogestita ed autonoma esistente nel nostro tessuto urbano. Mantenere in vita e sostenere l’esperienza del C.S.A. Asilo Politico (ora Jan Assen) diventa fondamentale per rendere meno plebea la nostra città, per tentare di mantenere viva la conflittualità sociale anche attraverso la memoria storica.
La memoria storica delle conquiste per l’agibilità politica e culturale che, nei decenni passati, resero Salerno un “laboratorio politico” riconosciuto, stimato, valorizzato e preso ad esempio in ambito nazionale ed internazionale. Dalle lotte dei disoccupati dalla metà degli anni ’70 fino alla metà degli ani ’80. Dalle lotte per la casa, dalle lotte in difesa della sanità e della scuola pubblica, dall’antifascismo dalla difesa dei diritti dei detenuti e dei disturbati mentali nelle istituzioni totalizzanti (carceri e manicomi) divenute ormai discariche sociali, dalla solidarietà internazionale ed internazionalista. L’antagonismo di classe sia salernitano che nazionale i risultati furono nel trasformare gran parte di una umanità precaria, suddita e quindi ricattabile in cittadini liberi riducendo e limitando il fenomeno emigratorio al nord e all’estero principalmente di meridionali. Sanità, lavoro, cultura, lotta all’emarginazione il concepimento di una comunità composta da cittadini e non da sudditi, diritti, dignità della povera gente, antifascismo, conquiste di diritti finalizzati ad una vera emancipazione collettiva. Ricordare Giovanni Marini e la tragica vicenda di Franco Mastrogiovanni, ricordare le lotte dei corsisti paramedici disoccupati, ricordare le occupazioni di casa a partire da quella di Santa Margherita, le lotte dei disoccupati che oltre l’acquisizione trasparente del diritto al lavoro ed al reddito con i progetti hanno reso possibile la gestione della cosa pubblica ed allo stesso tempo lo stato sociale esistente in Salerno sino all’era del ventennio De Luchiano con il sostegno e la legittimazione di sciocchi servi e rispettive sigle di “sinistra”.
Potremmo continuare all’infinito su quanto, in quasi mezzo secolo di conflitti politico/sociali, la sinistra antagonista e libertaria ha fatto per rendere civile questa nostra città dando dignità, tramite l’acquisizione dei principali diritti, ad una grande fetta di strati sociali poveri e precari. Ricordare alla città, nella continuità della memoria storica del conflitto di classe, i 23 anni del nostro impegno, nella difesa della salute pubblica ed ambientale che ha impedito l’intubazione e la cementificazione del fiume Irno, così come la costruzione della centrale termoelettrica, dell’Inceneritore, la lotta per il diritto al permesso di soggiorno agli immigrati, per rendere vivibile la discarica di San Nicola Varco, per la libera fruibilità della musica, inserendo Salerno in circuiti nazionali ed internazionali e per la varie forme artistico/culturali dove coadiuvare aggregazione ed emancipazione, serve a comprendere l’utilità della militanza, compresi gli enormi sacrifici per R/Esistere. È proprio nella memoria storica di quel “Laboratorio Politico” che era la nostra città che rende possibile la comprensione delle concause e delle complicità che hanno ridotto attualmente Salerno ad un agglomerato urbano/esistenziale in cui regna solo la cultura dell’apparire, dell’effimero e di conseguenza della sudditanza e del plebeismo. Noi non siamo sudditi tanto meno plebei! Sempre speranzosi in un mondo migliore che ripudia la guerra imperialista e colonizzatrice, con la Palestina ed i combattenti kurdi nei nostri cuori, porgiamo i nostri auguri e che possa essere un 2016 all’insegna del riscatto sociale per tutti i diseredati e gli oppressi nel mondo.