Salerno: Radicali su durata processi Corte d’appello
Lo scorso venerdì mattina sono stato all’assemblea pubblica indetta dalla Camera Penale Salernitana, presso l’aula Parrilli del Palazzo di Giustizia, sull’insostenibile stato dell’amministrazione della giustizia, per portare appunto l’abbraccio di Marco Pannella e dei radicali alla loro lotta, che è da sempre la nostra lotta.Nel salutare e ringraziare il Presidente Michele Sarno e il Segretario Saverio Accarino, i già Presidenti Silverio Sica e Massimo Torre sono riuscito a porre all’ordine del giorno dei lavori più che l’astensione dalle udienze la riflessione: “implosione dell’ufficio giudiziario e del palazzo di giustizia”, sotto il peso appunto dei carichi pendenti di oltre quatto milioni di procedimenti nel penale e altrettanti nel civile (vedi il dossier dei radicali sul civile di Deborah Cianfanelli, sul danno erariale oramai da tempo diventato ipoteca). Certo che non bastano le lodevoli, ma purtroppo sterili proposte del Ministro Orlando e della commissione Vietti incaricata della“razionalizzazione e soppressione dei distretti di Corte d’Appello“: Talmente “banale” da poter credere veramente che basti “rottamare”qualche ufficio, per ottenere efficacia e efficienza nell’amministrazione della giustizia, trattasi delle solite soluzioni senza un progetto. Unica possibilità invece progettuale di riforma, tale da far rientrare ad un carico fisiologico i processi e con esso garantire la legalità costituzionale e delle convezioni internazionali su i Diritti dell’Uomo, così da impedire che le ragion di Stato possano continuare a fagocitare lo Stato Di Diritto, con “irragionevoli durate dei processi” ( il distretto di Salerno ha un triste primato, secondo la speciale classifica annuale del “Sole24” al 104° posto su un totale di 110° per i tempi dei procedimenti) che vanno spesso a concludersi con le“intollerabili prescrizioni”, le quali permettono ai magistrati già in fase istruttoria di usare illegalmente la discrezionalità dell’azione penale a scapito dell’obbligatorietà prevista dalla legge. Lo stesso obbligo invocato a gran voce da Giorgio Napolitano nel 2013 nel suo inascoltato messaggio alle Camere, rimasto lettera morta, trattato come si tratta un radicale qualsiasi, soltanto perché chiedeva di procedere senza indugio verso quel provvedimento di clemenza previsto dalla Costituzione. L’ Amnistia ancora negata agli italiani, che da sola secondo il centro studi di Confindustria vale il 3% del PIL. Magari oggi, da subito, costituendo un intergruppo parlamentare sull’amnistia, in questo anno giubilare straordinario della Misericordia, voluto da Francesco ed in particolare per gli ultimi, si possa aprire la porta della “Speranza” dello “SPES CONTRA SPEM” di Paolo ai Romani, così da aprire le menti e le coscienze dei parlamentari verso quella “Amnistia dello spirito” tale da deliberare in modo qualificato quella capace di liberare le scrivanie dei magistrati.
Donato Salzano segretario Radicali Salerno Ass. “Maurizio Provenza”
p. s. utili da consultare e valutare i progetti di legge in materia depositati dai Senatori Compagna e Buemi