Napoli: Legambiente presenta Mal’aria di città, dossier annuale inquinamento atmosferico

Anno 2015 da “codice rosso” per l’aria respirata nelle principali città campane con i cinque capoluoghi di provincia avvolte dallo smog. Non basta appellarsi all’assenza di vento e pioggia per intere settimane, l’aria diventa sempre più irrespirabile a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili, dell’ozono e del biossido di azoto che causano, tra l’altro, danni alla salute dei cittadini e all’ambiente circostante. A conferma di ciò arrivano i dati scientifici di Mal’Aria di città 2016, il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in città.  Nel dettaglio delle 16 città campane monitorate da Legambiente nella campagna PM10 ti tengo d’occhio  elaborando i  dati dell’Arpac Campania, nel 2015 ben 14 (il 87%), hanno superato il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti di Pm10. Maglia nera e record per San Vitaliano (Scuola Marconi) dove i giorni di  giorni di superamento nel 2015 sono stati 129; segue Pomigliano d’Arco (Area Asi)  con 92 giorni, Acerra( Scuola Caporale) con 85 e Casoria (Scuola Palizzi) con 82.  Tutti i cinque capoluoghi di provincia sono  fuorilegge: a Napoli( Via Argine) la situazione più critica con 75 sforamenti, seguita da Benevento(Via Floria) con 74, Caserta (Scuola De Amicis) con 58, Avellino (Scuola V Circolo) con 50. Salerno (Ospedale Via Vernieri) con 39 sforamenti supera di poco il limite dei 35 giorni. Complessivamente in Campania il 75% delle centraline urbane monitorate ha superato il limite dei 35 giorni consentiti per i valori di Pm10. Per il 2016, prendendo in esame i dati riferiti al 26 gennaio, per quanto riguarda sempre gli sforamenti dei  limite del valore giornaliero di 50 µg/m3 di PM10 guida la classifica Sparanise (Caleria) con 12 giorni , seguita da Napoli(Via Argine) e Benevento (Via Floria) con 11. Con questa media si stima che le tre città potrebbero diventare fuorilegge superando i numero massimo di 35 giorni/anno già nel mese di marzo. L’emergenza smog che si è manifestata alla fine del 2015 non è stata sicuramente un’eccezione, a evidenziarlo c’è l’andamento dei superamenti di PM10 nel corso degli ultimi anni. Confrontando il periodo dal 2009 al 2015, emerge che nei sette anni le città  coinvolte siano prevalentemente sempre le stesse. Benevento e Napoli risultano tra le città che hanno superato il limite 7 anni su 7, Avellino ha superato il limite 6 anni su 7 mentre Caserta e Salerno hanno superato i limiti di PM10 3 anni su 7. Per quanto riguarda gli altri inquinanti, dati poco rassicuranti riguardano invece dall’Ozono: un terzo dei capoluoghi di provincia monitorati (28 su 86) ha superato il limite dei 25 giorni (dati 2014), Napoli con 27 giorni di superamento è l’unica città capoluogo fuorilegge. Per gli ossidi di Azoto, sempre nel 2014, sono 11 i capoluoghi di provincia sui 93 monitorati (il 12%) che hanno superato il limite normativo, tra questi Napoli e  Salerno.“Per contrastare in maniera efficace l’inquinamento atmosferico, è indispensabile un cambio di passo nelle politiche della mobilità sostenibile, potenziando il trasporto sul ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini. L’emergenza smog – dichiara Michele Buonomo,presidente regionale di Legambiente – difficilmente si potrà risolvere con interventi sporadici che di solito le amministrazioni propongono in fase d’emergenza tra targhe alterne, blocchi del traffico, mezzi pubblici gratis, come avviene attualmente in gran parte delle città italiane, e senza nessuna politica concreta e lungimirante.  Per questo è urgente e indispensabile che l’Italia adotti un piano nazionale per la mobilità urbana, dotato di risorse economiche, obiettivi misurabili e declinabili. La priorità – conclude Buonomo – deve essere la realizzazione di nuove linee metropolitane e di tram, a cui devono essere vincolate da subito almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle città, dove si svolge la sfida più importante in termini di rigenerazione urbana e di vivibilità”.

Tra le altre proposte che Legambiente rilancia a Governo, Regioni e amministrazioni locali, per liberare le città dallo smog e renderle più vivibili ci sono: quella di incrementare il trasporto su ferro con 1000 treni per i pendolari; incentivare la mobilità sostenibile attraverso, 100 strade per la ciclabilità urbana, realizzando un primo pacchetto di nuove corsie ciclabili all’interno dell’area urbana. Limitare la circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello di Parigi. Ed ancora prevedere, con una disposizione nazionale, l’estensione del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città con una differente politica tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale. Fermare i sussidi all’autotrasporto per migliorare il TPL. (Nella legge di stabilità 2016 i sussidi all’autotrasporto sono 3miliardi di esonero sull’accisa e 250milioni di sconti su pedaggi autostradali). Vietare l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire dalla prossima stagione di riscaldamento. Ridurre l’inquinamento industriale applicando autorizzazioni integrate ambientali (AIA) stringenti e rendere il sistema del controllo pubblico più efficace con l’approvazione della legge sul sistema delle Agenzie regionali protezione ambiente ferma al Senato da oltre un anno. Servono ancora nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto. Non da ultimo occorre promuovere serie politiche di forestazione urbana e potenziamento delle infrastrutture verdi in grado di contrastare gli inquinanti atmosferici.