Futuro del mondo, sempre più “schiavo” dell’economia digitale?

Giuseppe Lembo
Le incertezze per l’uomo del futuro del mondo, sono purtroppo, in allarmante crescita. Crescono ovunque nel mondo, ma soprattutto e sempre più, nel mondo delle povertà diffuse, le gravi disuguaglianze di un’economia digitale che autodistruggendo il lavoro si muove con automatismi che richiedono sempre meno la presenza dell’uomo. Così facendo, abbiamo all’orizzonte del mondo un’economia digitale sempre più globalizzata e sempre più indifferente all’utilizzo dell’uomo per produrre risorse e quindi ricchezza. Siamo, tra l’altro, ad una ricchezza prodotta sempre più, senza l’uso delle fabbriche e quindi del lavoro umano, così come nella storia millenaria dell’uomo. Siamo a 48 uomini nel mondo che hanno nelle loro mani (chissà quanto umane!), una grande ed infinita ricchezza; sono più ricchi di tre miliardi e mezzo di uomini, comuni mortali, che vivono nel mondo sempre più vicini alla povertà. I pochissimi non possono assolutamente decidere i destini dei tantissimi che, per la sopravvivenza devono sempre e comunque, dipendere dai loro avidi egoismi; tanto non deve succedere nel mondo, in quanto è assolutamente disumano e rappresenta in sé il grave tradimento dell’uomo contro l’uomo a cui viene rifiutato il diritto naturale alla vita. Questi ricchi del mondo non hanno fabbriche; sono, soprattutto, finanzieri; sono finanzieri d’assalto che, nel loro fare per accumulare ricchezze sono assolutamente indifferenti all’uomo che può anche morire per mancanza di cibo e del necessario indispensabile alla vita; così facendo, diventano nel mondo i “padroni delle anime” che, per indifferenza alla vita, per tanti diventa un inferno terreno; cammin facendo, diventano delle vere e proprie anime morte. Siamo nel mondo di un’economia digitale, con assolutamente poca attenzione per il lavoro ed il mondo del lavoro; infatti, non è il lavoro, l’obiettivo a base dell’economia digitale; al primo posto c’è unicamente la ricchezza e l’accumulo della ricchezza solo per pochi. Siamo, purtroppo, ad una distribuzione iniqua delle risorse, non più per l’uomo, ma solo per pochi uomini; sono costoro i ricchissimi del mondo assolutamente indifferenti ai tanti poverissimi, il frutto di un disumano accumulo di ricchezza finalizzata al “tutto per sé”. L’economia digitale, fatta dal mondo dei ricchissimi della Terra, con disumana indifferenza, brucia posti di lavoro, senza preoccuparsi di crearne di nuovi; i più colpiti da questo vero e proprio disastro umanitario del Terzo Millennio sono, tra l’altro, “quelli” del ceto medio.Sono le categorie sempre più escluse del ceto medio a pagare un prezzo altissimo, con la loro condizione diffusamente crescente di senza lavoro, senza reddito e quindi senza le necessarie risorse per vivere dignitosamente la vita di tutti i giorni. Siamo in un’epoca nuova; un‘epoca che va segnando in modo definitivo la scomparsa del lavoro, così come costruito dal primo capitalismo. Siamo ad un mondo completamente cambiato; i “padroni delle finanze di una volta”, sono diventati i nuovi padroni di oggi. Sono, per le caratteristiche di quello che fanno e che producono i “padroni delle anime”, con un fare attento alla sola ricchezza ed assolutamente indifferenti al lavoro, necessario all’uomo della Terra per vivere o almeno sopravvivere.
Siamo, il caso Amazon ne è un esempio, a situazioni affaristiche di un non lavoro, mai conosciuta prima. È il nuovo della storia; è la storia del nuovo corso dove Mark Elliot Zuckerberg con Facebook ha creato la sua immensa fortuna, facendo crescere all’infinito i suoi affari fiorenti; tanto, attraverso un tasso di narcisismo mondiale, mai prima conosciuto dall’uomo, in nessuna parte della Terra, con un tempo più a dimensione umana e forse anche con una più giusta dimensione umana e con il rispetto fondante dell’uomo per l’uomo; dell’uomo solidale per gli altri uomini da far vivere con dignità la propria vita, senza negare il diritto alla vita, che ha il suo primo punto di forza proprio nel lavoro.
Mentre i ricchi concentrano i loro sforzi per diventare sempre più ricchi, i poveri inevitabilmente diventano sempre più poveri; abbiamo un mondo dei ricchi ad un punto tale da essere più ricchi di intere nazioni africane.
Siamo ad una disuguaglianza umana tra ricchezza e povertà, così abissale da rendere il mondo disumanamente e pericolosamente sempre più ineguale; sempre più diviso e separato con la povertà che cresce, vedendo crescere la ricchezza nelle sole mani dei pochi.
La disuguaglianza dell’economia digitale, è un capitolo assolutamente nuovo nella storia dell’uomo, mai così a rischio povertà come oggi.
È l’era della new economy; una storia in cammino, tutta da costruire.
In questo cammino senza valori, tranne quelli egoistici di chi, già ricco, vuole diventare sempre più ricco, che cosa c’è dietro l’angolo per l’uomo della Terra? Siamo di fronte ad un combinato disposto di imprese digitali e la disumanamente barbare bolle finanziarie, il tutto caratterizzato da un fare indifferente all’uomo, sempre più senza futuro.
Tutto questo rende più fragilmente debole l’umanità, sempre più aggressivamente rappresentata dalla élites della ricchezza del mondo da una parte e dagli uomini sempre più disumanamente abbandonati a se stessi dall’altra. C’è un crescente impoverimento della classe media ormai spogliata delle risorse che le permettevano una vita dignitosa e forse anche, nel rispetto degli altri, bella da vivere. Ormai, niente di tutto questo; tutto cancellato, con il risultato di un’umanità cresciuta nel suo imbarbarimento. Ma com’è possibile, se non per nanismo umano e culturale che l’1% degli americani è più ricco del restante 99% della popolazione USA? Siamo ad un oscurantismo feudale in cui prevalgono i poteri forti con caratteristiche sempre più tribali del divino – terreno, con alla base un assolutismo di potere e di avere che la civiltà occidentale e mondiale avrebbe dovuto cancellare, per aprire le sue intelligenti porte alla civiltà globale del Terzo Millennio; una civiltà fatta soprattutto di umanesimo. Ma, purtroppo, così non è stato; purtroppo, così non è e non sarà neppure nel futuro che dovrebbe vedere cambiate le sorti del mondo, attraverso una nuova civiltà per l’uomo, con al primo posto un mondo di Pace.
Ma com’è possibile, trasformare disumanamente e da barbari del mondo questo bel sogno globale nella nuova realtà del mondo? Che fare ed in quale direzione del possibile umano muoversi per progettare un mondo nuovo, facendolo camminare insieme, pensando al lavoro come diritto di tutti gli uomini della Terra? Quello del lavoro nel mondo è un diritto violato e sempre più negato dai falsi imprenditori di una new economy che hanno purtroppo creato le laceranti e disumane disuguaglianze di un’economia digitale che la fa da padrone, realizzando il suo progetto di ricchezza e così facendo, affamando il mondo ingannato, maltrattato e tradito nella sua natura umana, assolutamente indifferente ai pochissimi che dominano la vita dei tantissimi della Terra.
Che fare? Come pensare di umanizzare la ricchezza, da considerare una risorsa dell’umanità e per l’umanità e non solo un capriccioso “giocattolo” nelle mani egoisticamente chiuse dei pochi, disumanamente ammalate della grave malattia del tutto per sé? Del tutto, al solo servizio di una persona sola, venuta al mondo come tutti gli altri e destinata ad andarsene da questo mondo proprio come tutti gli altri, non potendo assolutamente beneficiare più oltre i limiti della propria vita  della ricchezza accumulata e considerata l’essenza unica dell’essere umano di questa Terra; tanto, approfittando affaristicamente e senz’anima del nanismo culturale diffuso, condito di populismo e di demagogia, per accumulare ricchezza.
Tanto, tradendo l’uomo della Terra che viene così e sempre più scippato del suo sacro diritto alla vita; tanto, tradendo il progresso deviato che, da progresso per l’uomo, diventa in modo maledetto, progresso negato e contro l’uomo; tanto, utilizzando le disumane forme di un servilismo umano fortemente schiavistico e capace di sottomettere ai propri voleri, da padroni anche delle anime, tutto di tutti, annullando l’umanità dell’uomo, una grande virtù dei “giusti” e dei “saggi” della Terra.
Il che fare, il come pensare di umanizzare la disumana condizione del mondo dominato dalla new economy, con le gravi disuguaglianze di un’economia digitale che, oltre ad impoverire i tantissimi del mondo, ne rende assolutamente difficile la stessa sopravvivenza, ci può venire dalle sagge idee del sociologo vivente Alain Touraine che pensa alla coscienza collettiva, per salvare l’uomo del nostro tempo, con le sue mille contraddizioni di società contemporanea globale.
Nella sua teoria gli obiettivi temporanei del caos globale sono alla base del dominio di un capitalismo finanziario senz’anima che, a lungo andare, non può produrre altro che la fine della “mostruosa” e “disumana” modernità senz’anima, perché contro la Terra e l’uomo della Terra, non riuscendo a dare dell’Io l’anima viva del Noi e come umanità d’insieme ad agire per il bene comune nel contesto di una società-mondo, nella Terra-Stato.
È importante il pensiero di Touraine, in quel suo “ritorno al soggetto” inteso come restituzione dei rapporti umani quale fondamento di una nuova società, limitandone così i guasti dei “modernizzatori assassini“ che sono egoisticamente impegnati ad utilizzarne i principi fondanti per il solo fine del loro progetto, disumanamente esclusivo della ricchezza del mondo tutta per sé.
Così facendo si rendono responsabili di una crisi irreversibile della modernità che, se forte del protagonismo delle coscienze collettive, può salvare l’UOMO DELLA TERRA; tanto, senza piangersi addosso, perdendo tempo a guardarsi indietro, senza alcun risultato positivo per il futuro del mondo.
È importante il sapersi guardare avanti, pensando positivo e positivamente dando il giusto peso al capitale umano che, come non mai, ha bisogno di cervelli e di creatività per un’economia della conoscenza fatta da un forte protagonismo della partecipazione attiva, utile se non indispensabile ad un’economia della conoscenza per l’uomo , per tutti gli uomini ella Terra e non solo per pochi protagonisti sfruttatori di una new economy, con i vantaggi esclusivamente, tutti e solo per sé.
La società fluida che ci è davanti, ci mette di fronte agli impegni umanamente importanti finalizzati al saper trovare le soluzioni giuste per un futuro possibile nel mondo globalizzato di cui facciamo parte; tanto, non isolandoci, ma vivendo da protagonisti, l’evolversi degli eventi ed esercitando il giusto ruolo di un’umanità, liberamente vincente, nel vasto ambito dell’economia della conoscenza, che segnerà il futuro del mondo dell’uomo della Terra che deve sapersi difendere e rendersi protagonista nel corso del Terzo Millennio, un tempo della Storia umana, tutto da inventare, tutto da costruire insieme, con un fare per l’uomo fatto di una rete umana che deve saper portare anche la new economy sui binari giusti della ricchezza per l’uomo della Terra; per tutti gli uomini della Terra, grandi risorse umane, utili al bene comune dell’umanità, riducendo gli egoismi dei pochi sui moltissimi del mondo, il cui futuro, pur avvolto dalle nebbie di una società fortemente fluida, è da rigenerare, facendolo così diventare un futuro di luce e di speranza per tutti gli uomini della Terra.