Bruxelles: olio tunisino, Caputo, emendamenti per difendere olivicoltura italiana e Sud Europa da importazione
“In vista del voto finale nella Plenaria di Bruxelles del 24 febbraio, ho presentato insieme ad altri colleghi italiani, spagnoli, greci, portoghesi, croati e ciprioti quattro emendamenti correttivi alla proposta della Commissione europea relativa all’olio tunisino che potrebbe rappresentare un grave danno per l’olivicoltura italiana e del sud Europa”. Lo ha annunciato Nicola Caputo Parlamentare europeo del Pd gruppo S&D e membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale. “Sappiamo tutti – spiega Caputo – che, vista la volontà dei Paesi del Nord Europa di votare a favore della proposta della Commissione, l’emendamento di rigetto contro l’importazione di ulteriori 35 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino, a dazio zero, nell’Unione europea molto difficilmente passerà in plenaria per cui abbiamo messo in campo una opzione di salvaguardia”. “Con il primo emendamento correttivo si sottolinea il carattere eccezionale ed emergenziale della misura che deve limitarsi ad una durata massima di due anni (2016-2017). Si tratta di un emendamento chiave di cui non vi è traccia nella relazione approvata dalla commissione per il commercio internazionale (INTA) e senza il quale questa misura di solidarietà presentata come temporanea potrebbe diventare permanente”. “Il secondo emendamento correttivo riguarda l’origine dell’olio. In esso precisiamo, infatti, che l’olio debba essere interamente prodotto in Tunisia e trasportato direttamente da questo Paese nell’Unione europea. Si tratta di un emendamento molto importante per prevenire la frode e garantire un’adeguata protezione dei consumatori”. “Il terzo emendamento correttivo conferisce il potere alla Commissione europea di adottare atti delegati riguardo l’utilizzo del contingente esente da dazio rimanente nel 2017, a condizione che le esigenze dell’Unione, in termini di approvvigionamento, lo richiedano. Questo emendamento è fondamentale qualora le importazioni concesse nel 2016 dovessero produrre effetti distorsivi sui mercati dell’Unione o sulla situazione dei produttori europei. Una proroga del contingente tariffario di olio tunisino al 2017 ha senso solo ed esclusivamente se le esigenze dell’UE in termini di approvvigionamento lo richiedano effettivamente”. “Il quarto e ultimo emendamento correttivo presentato in vista della plenaria prevede una gestione mensile dei quantitativi supplementari per minimizzare il loro impatto sul mercato comunitario dell’olio d’oliva ed evitare il crollo dei prezzi europei in determinati mesi dell’anno”.“Questi quattro emendamenti – conclude l’europarlamentare – rappresentano un ottimo compromesso e permetteranno di ridurre in maniera significativa l’impatto solo negativo di questa proposta sul settore olivicolo dei paesi del sud Europa e, in particolare, dell’Italia”.