Cava de’ Tirreni: Senatore, lettera aperta al Sindaco “Caro Enzo, Ti scrivo, così mi distraggo un po’”
Da quando sei diventato sindaco non ho potuto più parlarTi, se non del Tuo processo e ora lo farò, quindi, scrivendoTi. La sicurezza a Cava fa acqua da tutti le parti. Cava ha bisogno di un vero comandante e non di un consulente, che se pur bravo e mio amiconon ha alcun potere. Il Comando Vigili è allo sbando così come prima e più di prima. Non è un corpo militare, ma un corpo politicizzato. Ogni vigile ha il suo riferimento politico- sindacale, mentre i vigili devono solo fare riferimento alle Istituzioni dello STATO di cui sono umili servitori e devono lavorare, pena il licenziamento. Stai commettendo gli stessi errori dei Tuoi predecessore che hanno tutti fatto una pessima e ingloriosa fine. Chi designi come Comandante dei Vigili Urbani, il Segretario Generale!!!, ottimo professionista, però, incompatibile e non funzionale al ruolo per carenza dei requisiti che sono rivestibili solo da un Militare o un Paramilitare. Dai la posizione organizzativa all’unico in organico capace di comandare, il maggiore Valio, proveniente dai Carabinieri, ma non gli affidi il ruolo di Comandante, peraltro già dallo stesso in passato ricoperto egregiamente, perché inviso a molti Vigili i quali lo temono perché li farebbe lavorare. Tu sei il Sindaco di Cava De’ Tirreni, non il protettore di chi non va protetto, ma, invece, ricercato nel programma televisivo di “Chi l’ha visto”. Anch’io, famigerato “Sceriffo” ero inviso come Assessore alla Sicurezza a diversi Vigili nullafacenti, politicizzati e sindacalizzati. Ma me ne fregavo altamente e gli facevo fare il loro dovere con le buone o con le cattive!! Erano appiedati con casco e manganello. Ora girano a vuoto in macchina come tante trottole perditempo. Una vergogna inaudita!!! Cava non merita questo e guai a chi le fa del male a Cava, fossi anche Tu!! Caro amico, così non si amministra, si “amminestra” ; così Ti avvii a fare la stessa fine dei Tuoi predecessori, insieme ai quattro giovani amici al bar di cui Ti sei attorniato. Caro amico Ti scrivo e Ti scriverò ancora nel vano tentativo di farTi scendere dal pianeta dell’illusione su cui sei salito, riconducendoTi a terra, sul pianeta Cava, che sta con l’acqua alla gola. I veri amici non sono né i compagni di infanzia, di giochi e di segreteria né i novelli fanciulleschi statisti che Ti sono vicini per interesse di bottega, adulandoti falsamente per il noto tozzo di pane, che tanto tozzo non è, — ma quelli che Ti dicono la verità anche se non Ti è gradita perchè come tutte le verità, fa male, molto male, malissimo!! Un giorno, non molto lontano, mi darai ragione. Ma sara’, per Te, troppo tardi! UOMO AVVISATO MEZZO SALVATO !!
avv. Alfonso Senatore Presidente emerito dell’associazione “CITTA’ UNITA”