Salerno 1943, identificato da Dna aviatore caduto tra Acerno e Montella
A poco meno di una settimana dall’identificazione dei resti di un soldato tedesco l’associazione Salerno 1943 è stata contattata dal DPAA (Defense POW/MIA Accounting Agency, la sezione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che si occupa di rintracciare i militari americani dispersi in guerra) per essere informata che i test del DNA e la comparazione delle impronte dentali hanno confermato che le ossa ritrovate dai volontari del sodalizio salernitano il 1 novembre 2014 appartengono a Dewey L. Gossett. Il presidente di Salerno 1943, Luigi Fortunato, spiega: “Nel 2012 siamo stati contattati da Joshua Frank, l’incaricato per l’Italia del DPAA, il quale ci ha informato che il pilota del caccia A-36 da noi individuato quasi in cima al monte Accellica risultava ancora disperso. Ci ha chiesto di fare il possibile per ritrovarne il corpo, cosa non semplice dato che i metal detector non sono in grado di individuare le ossa. Comunque, stimolati anche dagli appelli pervenutici da Nora Messick, nipote del povero aviatore, abbiamo continuato a inerpicarci in più occasioni lungo il versante della montagna facendo attenzione agli oggetti metallici che rinvenivamo. Nell’escursione del 1 novembre 2014 la nostra attenzione si è concentrata nella zona dove in precedenti occasioni avevamo rinvenuto elementi metallici del paracadute e dell’uniforme di volo. Ad un certo punto nei pressi di una fibbia metallica che serviva per sostenere l’imbragatura del paracadute sono apparsi dei piccoli frammenti d’osso e poi parte di una mandibola umana. Abbiamo quindi interrotto le ricerche, marcato il punto e informato le autorità militari. A tal proposito desidero esprimere tutto il mio apprezzamento per la squisita disponibilità dimostrata dall’Arma dei Carabinieri nella persona del tenente colonnello Pasquale De Luca, del capitano Giuseppe Costa e del maresciallo capo Pasqualino Fisichella che hanno prontamente avviato le procedure del caso. I resti recuperati sono stati prelevati da uomini degli affari cimiteriali dell’esercito degli Stati Uniti provenienti dalla base di Ramstein in Germania e trasferiti in seguito all’ufficio di medicina legale del DPAA nel Nebraska che ha terminato pochi giorni fa le indagini genetiche. La prima ad essere informata è stata Nora la quale ci ha subito scritto per esprimerci tutta la propria gratitudine e stima. Poi è stata la volta di Joshua che ci ha ufficializzato il riconoscimento. Dewey L. Gossett nacque il 28 febbraio del 1920 ad Arcadia nel South Carolina da William Cleveland e Sarah Hughes Gossett. Con lo scoppio della guerra si arruolò nell’arma aeronautica americana. L’11 settembre 1943 venne impiegato nell’attacco a Troina durante la campagna di Sicilia. Il suo velivolo fu colpito da un proiettile di antiaerea al piano di coda e Dewey dovette impegnarsi notevolmente per rientrare sano e salvo alla base. La foto che ritrae i danni subiti venne usata per la stampa statunitense e fu intitolata “Take it – and come back safely” (“Prendere il proiettile e tornare a casa sano e salvo”). In seguito il suo reparto, il 527° Squadrone da Caccia dell’86° Figther Group, venne dislocato al “Sele Airport”, una delle strisce di atterraggio create dagli americani all’indomani dello sbarco di Salerno per permettere l’atterraggio dei caccia utilizzati per l’appoggio alle truppe di terra. Il 27 settembre la sua squadriglia era di ritorno da una missione nell’interno. Probabilmente avevano attaccato le truppe germaniche che si ritiravano dalla piana di Salerno seguendo la strada Acerno-Montella. Ad un certo punto l’aereo condotto da Gossett virò verso destra mentre gli altri virarono a sinistra. Fu visto dai suoi compagni di squadriglia per l’ultima volta nei pressi di uno stretto “canyon”. Nora ci ha informati con molta discrezione che la sua famiglia ricevette nell’immediato dopoguerra una lettera da un uomo che affermava di avere notizie sulla sepoltura di Dewey e chiedeva un compenso in denaro per rivelarle. Le autorità militari consigliarono loro di non dare risposta a questa segnalazione in quanto si trattava di un atto di sciacallaggio. Questo particolare spiegherebbe perchè i resti del povero aviatore non furono ritrovati. Forse chi accorse per primo sul luogo del disastro li nascose dopo aver preso le piastrine. Su di esse era riportato il nome e indirizzo del familiare più vicino di Dewey. Ciò fornisce una spiegazione di come l’autore della missiva abbia potuto procurarsi l’indirizzo della famiglia Gossett. Abbiamo chiesto a Nora di fare il possibile per recuperare la lettera affinchè si possano interessare dell’accaduto le autorità giudiziarie italiane.
Una stele commemorativa ha finora ricordato Dewey nella tomba di famiglia del cimitero di Arcadia. Spero che ora le sue spoglie possano avere una dignitosa sepoltura. Il ritrovamento di questo pilota statunitense scomparso nei cieli di Acerno si deve alla tenacia e alla dedizione di quanti hanno offerto gratuitamente le proprie conoscenze e il proprio tempo. E’ quindi doveroso ringraziare: Italo Cappetta, Pietro Di Martino, Daniele Gioiello, Pierpaolo Irpino, Valerio Lai, Rosalino Margagnoni, Matteo Pierro, Matteo Ragone e Aniello Sansone. Senza il loro indispensabile aiuto non sarebbe mai stato possibile ricostruirne la storia”.