Salerno: amministrative, Adinolfi corre per Sindaco col “Popolo della famiglia”
Rita Occidente Lupo
Quella di Raffaele Adinolfi, già forzista, una candidatura a Sindaco nella consapevolezza di ripristinare i valori che la prima cellula sociale ha smarrito. Così la presentazione della sua discesa in campo alle amministrative, con una lista da lui capeggiata, nella convinzione che le sue battaglie, già tra i banchi dell’opposizione cittadina, possano continuare più che mai, incarnando il disappunto civico di quanti vedono la famiglia messa nell’angolo delle politiche sociali comunali. “Il mio convincimento che la croce di San Liberatore, cimelio storico della nostra tradizione, debba essere recuperata nel suo splendore- ha commentato in conferenza stampa- insieme alla consapevolezza che spettacoli foraggiati dall’Amministrazione comunale e rivolti a bambini delle scuole elementari, sul gender, inadatti a tale fascia d’età. Il mio credo religioso da sempre, mi ha convinto, dopo perplessità iniziali, a continuare un impegno sociale, nel servizio alla collettività. Mi ritrovo nel neonato movimento del Popolo della Famiglia, scaturito dal Family Day, che ha registrato un massiccio esodo di partecipanti in Capitale, per attestare un netto diniego alle politiche governative, che sembrano schiacciare il tradizionale concetto dell’antico istituto naturale. Che il Sindaco salernitano, col suo ateismo, schiaccia, mostrando di non rispettare i pareri altrui. Altro che dialogo coi cittadini!” “Non si registra l’attenzione dovuta dai nostri governanti- ha aggiunto il candidato Sindaco a Napoli, Luigi Mercogliano, con suddetto Movimento- al di là dell’orientamento religioso dei singoli. Purchè si sia d’accordo sui temi naturali, legati alla vita umana, che rivendica il diritto di referenzialità genitoriale, un papà e una mamma. Pertanto, la nostra battaglia, su tempi d’interesse generale, al di là dell’orientamento religioso dei singoli, contro chi ha tradito con Cirinnà, tale realtà, dietro uteri in affitto e gravidanze surrogate. Vogliamo che nelle scuole sia proposto il teatro eduardiano “I figli non si pagano” e non dinosauri che un giorno s’identificano con un sesso ed un altro con quello opposto.” “Al di là dei Partiti- ha concluso Mario Adinolfi, leader del Movimento- il Popolo della Famiglia in Piazza San Giovanni ha rimandato il polso di un dissenso sociale a quanto si sta verificando. Una deriva istituzionale, che lascia sgomenti e che non può coinvolgere anche la Campania, culla di una civiltà tradizionale. Una regione che vedrà alle urne amministrative i capoluoghi di provincia e che deve riappropriarsi delle sue radici, prima che il vento innovativo possa obnubilare le nuove generazioni, annaspanti nell’identità umana.”