Salerno: amministrative, Adinolfi corre a Sindaco coi valori della famiglia

Rita Occidente Lupo

Quella del consigliere uscente Raffaele Adinolfi, potrebbe sembrare una corsa controcorrente, alla luce dei costanti scenari contemporanei, dinamitardi sempre ulteriormente della cellula familiare. Ed invece, sempre più in tanti a ritrovarsi sotto il comun denominatore di antichi valori, che hanno segnato senza indifferenze i passaggi generazionali, garantendo la trasmissione di un patrimonio valoriale, non accessoriale alla crescita umana. Oggi pare che quanto stimato un tempo etico e canonicamente imperituro, friabile sotto le spinte moderniste, che accelerano diritti sociali sfigurando, storpiando, spersonalizzando le radicate convinzioni di molte coppie, ancora ferme al rispetto dei connubi sacramentali, nel garantire la maturazione responsabile della genitorialità etero. E mentre tanti, a guardare la piazza Arcobaleno, sempre più interdetti dinanzi a passeggini inneggianti al candore, tra coppie omo, cresce la protesta talvolta Silente, delle Sentinelle in piedi, che si mescola a quella di chi non ci sta a voler far passare errati messaggi gender, perfino nelle scuole. A liceizzare spettacoli che, nell’età evolutiva, rischiano di far smarrire la serenità adolescenziale, nella consapevolezza della propria identità. Sempre più coppie, a rivendicare che quella della trasmissione della specie, legge naturale,  da che mondo è mondo. Fin quando non si è giunti al paradosso…di prestare o fittare l’utero, per permettere un concepimento poi da dirottare! Fin quando non si è giunti a voler pretendere che la coppia etero, potesse tramutarsi in famiglia, semmai con abiti nuziali e fiori d’arancio, sotto la spinta dell’unico dictat dell’amore! Di quale sentimento si parli, nel momento in cui si perfora la stessa cortina domestica, laddove un tempo, i ruoli ben cadenzati e differenziati, rimandavano la complementarietà delle personalità, tutto da analizzare, se non viziato di corde egoistiche. Oggi, seppure la famiglia viva una stagione difficile anche occupazionalmente, invertiti i compiti impiegatizi, permane ancora il luogo in cui i due partner, nella differenza sessuale, referenziali per la prole. Il naturale, quasi costretto a dover recedere dinanzi alle spinte contrarie. Labile, lo stesso concetto di normalità, continui attacchi a chi deve quasi gridare il suo diritto ad un’esistenza nella quale il rispetto per la verità della natura umana, per la creazione stessa dell’essere umano, pare sfumare dinanzi a chi apostrofa lo smarrimento collettivo modernista, appellandolo evoluzione dei tempi. Il Popolo della famiglia scende in piazza, per dire decisamente no a quanto dalle alte stanze della Capitale, si cala, accontentando una minuta parte civica, rispetto ai tre quarti della popolazione, che storce il muso dinanzi a gay pride e fiction in ogni salsa, con nuovi tipi di “famiglie”. Pare proprio che il lasciapassare ad un sabotaggio durato troppo a lungo, stia dando la spinta propulsiva a liberare malumori ed allentare freni inibitori. Alterando le stesse radici familiari e sdoganando lo stesso cardine su cui istituita la prima cellula sociale. “Non ci stiamo a guardare imperterriti lo sgomento, che governa in tante famiglie, seriamente preoccupate dell’avvenire dei propri figli- commenta Raffaele Adinolfi, consigliere comunale uscente-. Per questo motivo ho deciso d’abbracciare la causa e di rinnovare il mio impegno politico con il neonato Movimento de “Il Popolo della Famiglia” scaturito all’indomani del Family Day. Devo riconoscere che finora, abbiamo già completato una lista, l’altra a giorni saluterà la chiusura;  numerosi assensi, non soltanto da associazioni religiose. Infatti il Movimento laico, si muove soltanto all’insegna del benessere sociale, della famiglia da tutelare, rivendicando il diritto dei minori, ad avere un papà ed una mamma, nella piena dignità anche cristiana. Giù le mani dalla famiglia, il motto che sta spingendo i nostri colloqui sul territorio. ma il mio impegno nella precedente consiliatura, mi hanno visto intento anche a tutelare l’ambiente ed a a restituire alla collettività patrimoni storici-religiosi, come la croce di San Liberatore. Non c’interessano medaglie sul campo nè intendiamo imbracciare le armi del dissidio, nel tutelare anche la formazione scolastica, parametrata su un’educazione alla cittadinanza attiva, aperta alla legale convivenza sociale, ma nel rispetto del nostro patrimonio valoriale.”