Salerno: Asilo Politico Jan Assen, una realtà per lotte sociali
Nessuno poteva immaginare che da un rudere, da una discarica a cielo aperto in Via Fratelli Magnone, potesse fiorire il più longevo progetto politico culturale della città: Il Centro Sociale Autogestito Asilo Politico ora Jan Assen. Nessuno credeva alla continuità di questo progetto politico, culturale ed autogestito. Nonostante furti, incendi, devastazioni, tentativi di delegittimazione politica, sabotaggi, nelle cui intenzioni c’era la volontà di impedire la continuità, nella memoria storica locale e nazionale, dell’agire politico antagonista e di classe a Salerno del Collettivo che, ancora oggi, garantisce la continuità delle lotte in città. Sarebbe lungo elencare le cose fatte in questi 23 anni, tantissime le cose che avremmo da dire e scrivere in quanto in questi anni di R/Esistenza ne abbiamo viste tante. È bene, per la memoria storica, sottolineare il ruolo fondamentale del Centro Sociale Autogestito Asilo Politico:
- Nelle lotte ambientali.
- Per il diritto al lavoro, alla casa, alla salute.
- In difesa della scuola pubblica.
- Contro le guerre colonialiste e imperialiste.
- Per la solidarietà internazionalista con viaggi in Palestina, Kurdistan, Pakistan, Marocco e Senegal.
- Al fianco dei migranti, nell’antifascismo e antirazzismo.
- Valorizzare l’impegno, la progettualità e l’azione di Asilo Politico è necessario per l’opera dinamizzatrice artistico-culturale, attraverso l‘aspetto ludico e aggregativo, fattori fondamentali per emancipare una comunità da ogni forma di barbarie, di sudditanza e di plebeismo. AsiloPolitico si è sempre contraddistinto per l’agire politico locale, a dimostrazione di ciò il murale disegnato da ‘Manone’ all’ingresso della struttura che ritrae Jan Assen e Andrea Proto con Handala sul lungomare di Salerno. Il nostro agire locale non è mai stato condizionato, nelle analisi, riflessioni e progettualità, da valutazioni di stampo purista, moralista o da piedistallo. È sempre stato legato al lancio di segnali politici in città, ai segnali dell’esistenza di una comunità libera e pensante sganciata dai tempi di vita dettati dall’oblio e dalla narcosi collettiva indotta, che ripudia senza se e senza ma gli atteggiamenti politici ed esistenziali di sudditanza e servilismo che fanno di Salerno una “città plebea e babba”. In funzione di quanto sopra, il nostro Collettivo fonda la sua progettualità nell’opera dinamizzatrice della cultura e della comunicazione alternativa, partendo dalla valorizzazione del proprio patrimonio umano, culturale ed esistenziale sia su scala locale che nazionale. Ricordando Radio Asilo 100.30 Mhz, gli esperimenti di redazione con la fanzine Infoaut, diffusa anche su carta e la rivista mensile Asilo Politico a distribuzione militante in città. La presentazione di libri e progetti internazionalisti sulla scia di quanto fatto nell’ultimo anno con Barbara Balzerani il 4 giugno 2015, Silvia Baraldini e Paola Staccioli 5 settembre 2015, Francesco Caruso il 21 gennaio 2016, Francesco Cirillo, Alfonso Natella, Adalgiso Amendola 9 aprile 2016, e ultima solo per ordine di tempo Rosa Schiano e la Cooperativa Women in Hebron. La produzione di numeri speciali della Rivista (EXPO e Diario dai Campi), attività sperimentali di circolazione culturale e di comunicazione con l’obiettivo di creare in città una rivista di analisi, riflessione e approfondimento, rivolta alle nuove generazioni, attraverso una rete, un collettivo che veda unite le diverse espressioni di pensiero individuali e collettive esistenti a Salerno. Insieme all’attività editoriale e culturale del Collettivo, dell’Associazione Culturale Andrea Proto, inseriamo la proposta di una Palestra Popolare da realizzare presso il nostro Centro Sociale, prevedendo la destinazione del 70% della nostra struttura logistica. Vista la mancanza nei Rioni Calcedonia e Petrosino di un’area pubblica attrezzata, unaPalestra Popolare finalizzata ad attività culturali e sportive per valorizzare il binomio sport-emancipazione e socialità-salute, rivolto agli adolescenti ma non solo. Come collettivo geneticamente politico il c.s.a. Jan Assen lavora da 23 anni, nonostante le enormi difficoltà economiche e gestionali, per il mantenimento della struttura (questa è resistenza!) in piena autonomia e con onestà ideologica e culturale oltre che nei comportamenti dei compagni. Opera da 23 anni nelle conflittualità sociali e politiche locali, nazionali ed internazionali. Continuerà la sua esperienza senza sottrarsi al dibattito politico e al confronto con le realtà sociali, politiche e culturali operanti in città.