Morto il Marco italiano, Paese orfano
Giuseppe Lembo
Il 19 maggio 2016, una giornata triste per l’Italia; una giornata di sofferto dolore e della comune riflessione per un altro importante pezzo dell’Italia che Pannella, si porta con sè, lasciando purtroppo gli italiani con un vuoto di libertà, di “non conformismo”, di “impegno civile” e di “lotta per i più deboli d’Italia e del mondo” che ne hanno fatto un mito; quel mito della buona Italia che è difficile ereditare. A chi passerà il testimone del “mondo pannelliano”? Non è facile, trovare nei confusi scenari italiani, un “italiano vero” che possa ereditare i valori di una vita fatta di lotta senza sosta contro la negazione dell’uomo e dei suoi diritti, per obiettivi saggi e giusti finalizzati sempre e comunque, alla nonviolenza ed alla PACE, patrimonio solo di pochi. Di quei pochi italiani che piangeranno, con tante lacrime e dolore, la scomparsa di Marco Pannella, il radicale italiano, in prima linea per decenni e decenni a combattere contro le tante ingiustizie italiane, che non danno ad un grande Paese come il nostro, la giusta italianità; tanto, per un diffuso e comune nanismo umano, sociale e politico che ha purtroppo mediocrizzato la società italiana, rendendola sempre più, orfana dei valori dell’uomo, dei diritti della persona e di quei saperi universali nei quali l’IO ha la grande forza di diventare NOI. Un NOI prima italiano e poi universale, così come nei lunghi sogni che hanno accompagnato per ottantasei anni, la vita di Marco Pannella, non più tra Noi; non più in questa Italia, naturalmente triste e preoccupata di un futuro che è sempre più lontano dagli orizzonti italiani, con un grave tradimento per le nuove generazioni, purtroppo, dal futuro sempre più negato. Caro Marco, ci mancherai! Mancherai tanto all’Italia ed agli italiani che hanno bisogno di credere in un mondo nuovo. Hanno bisogno di credere, come non mai prima, nei valori di umanità libertaria, in cui tu Marco Pannella hai saputo credere, contagiando tanti altri compagni di viaggio che, “Radicali e non”, sono stati e sono saggiamente “pannelliani” per il profumo di saggia e giusta umanità libertaria che ci lasci come “saggio” e “giusto” testamento di vita. Tu, caro Marco italiano, non sarai dimenticato! La tua memoria di uomo saggio e giusto accompagnerà gli italiani onesti che credono, nonostante tutto, in un’Italia nuova e pulita, protagonista nel nuovo del mondo che è ormai parte del cammino di quel Millennio globalizzato, ancora ai suoi primi passi, ma attento all’UOMO della Terra, ai diritti delle diversità umane, primi dei quali il diritto alla vita, il diritto alla libertà dal bisogno e dall’ignoranza, mali ancora diffusamente italiani e del mondo che, purtroppo, soffre di uomo, egoisticamente avvitato su se stesso, facendo sempre più male agli altri. Mi fermo qui! In altri messaggi per lettera a distanza ti informerò di come andranno nel tempo italiano e del mondo, le cose italiane e del mondo. Un dolore grande si è impossessato di me e mi fa piangere per la tua morte, un grave vuoto per l’Italia e gli italiani che un tempo sapevano amare la politica delle idee e delle lotte libertarie che ci hai regalato e che oggi ci lasci in eredità, sperando che se ne faccia un buon uso per la Rinascita italiana che, i resistenti saggi e giusti dell’Italia, tra l’altro, forti del tuo umano pensiero, un grande amico anche del futuro fare italiano, useranno per costruire insieme un’Italia nuova “saggia e giusta”, così come l’hai sempre sognata. Ciao Marco italiano! Nell’universo continuerai a vivere animato dal tuo impegno che diventerà patrimonio universale, mai più dimenticato e/o cancellato dalla memoria dei giusti e dei saggi che, con l’esempio di una vita come la tua, arricchiranno un giorno anche questa nostra Italia, facendola camminare lungo il cammino del sapere che necessariamente e prima di tutto, partirà dall’ESSERE, mettendo in ombra i falsi miti di un tempo dell’apparire che, purtroppo, non sempre sa e vuole garantire la libertà ed i diritti dell’UOMO DELLA TERRA.