Dove va il mondo? Messaggio vertice Onu a Istanbul “Costruire ponti, non muri!”
Giuseppe Lembo
Il mondo deve responsabilmente, in tutte le sue parti, fermarsi e con la dovuta e necessaria saggezza, riflettere responsabilmente ed assumere decisioni, il più possibile condivise, per costruire insieme pezzi di futuro e così garantire il futuro dell’uomo sulla Terra, costruendo un insieme di solidarietà umana e con questa, ponti che uniscono e non muri che dividono. È questo, il messaggio al mondo del vertice dei governanti della Terra che si è riunito ad Istanbul, il 23 e 24 maggio. Un vertice umanitario, con una diffusa preoccupazione della vigilia, come non mai prima, per una sempre più diffusa crisi della mancata solidarietà umana e di un crescente sentimento di paura e di altrettanta crescente contrapposizione degli uni contro gli altri, che sta attraversando il mondo; creando preoccupazioni ed allarme per chi lavora per un mondo di PACE e di una sempre più diffusa e necessaria solidarietà che deve unire l’uomo della Terra, in accelerato cammino verso un “umano sconosciuto” che sarà alla base del tempo del Terzo Millennio, come Millennio Globalizzato, con protagonista un’umanità in motu proprio, alla ricerca di un mondo nuovo. Ban Ki-moon, segretario generale dell’ONU invita i governanti a diventare intelligenti protagonisti di un mondo nuovo; di un mondo di solidarietà umana e di Pace, costruendo ponti di Pace nello spirito di un insieme di uomini della Terra, assolutamente rispettoso dei diritti umani, soprattutto in situazioni di violazioni violente che, oggi come non mai, sono alla base di continui movimenti di tanta gente in cammino verso l’ignoto. Il popolo dei migranti, mai così numeroso, per le gravi e disumane sofferenze in cui sono costretti nei loro paesi di origine, cerca la sopravvivenza altrove; cerca dagli altri del mondo, quella solidarietà che non ha là dove sono nati; là dove regna sovrano il sottosviluppo, soprattutto per colpe umane; soprattutto per una grave ignoranza, da combattere non con il piombo, ma con i libri; con i saggi saperi del mondo. Questo è il messaggio di una nuova umanità vincente che deve dare la giusta forza all’ONU, un importante organismo del mondo chiamato a fare sentire la sua voce contro le discriminazioni e le intolleranze che, purtroppo, ancora esistono e che fanno di tutto per mantenere vivi i mondi disumanamente separati di chi nasce per vivere di privilegi e di chi, è costretto a morire di intolleranza umana per quel fare egoistico che rende l’uomo indifferente anche di fronte alla morte del proprio simile. È l’ONU la grande autorità del mondo che deve umanamente governare il futuro del mondo, creando situazioni diffuse di disponibilità umana degli uni per gli altri. In primo piano, per questo grande passaggio epocale, c’è l’ONU; c’è il suo segretario generale Ban Ki-moon che non deve mollare mai ed essere sempre in prima linea per un forte messaggio di insieme umano grandemente unito nella solidarietà del vivere che, superando gli stretti ed egoistici confini dell’Io, sappia diventare Noi. È una sfida; è una sfida, da combattere e da vincere. Il primo piano di questa grande sfida è fatta dal crescente popolo in cammino dei rifiutati della Terra e degli emigranti. Dopo il vertice umanitario del 23 e 24 maggio 2016 ad Istanbul, per fronteggiare e vincere la grande sfida del Millennio globalizzato, il 19 settembre 2016, l’Assemblea generale dell’ONU porrà all’attenzione del mondo, l’obiettivo “Solidarietà per un mondo nuovo”; tanto, al fine, così come richiesto dal Segretario generale Ban Ki-moon, nel suo rapporto intitolato “Sicurezza e Dignità”, di adottare nel mondo un’azione collettiva più efficace, trasformando la solidarietà che riguarda tutti Noi, da “progetto”, per un mondo nuovo, in un “fare umano condiviso” per il grande obiettivo universale di un mondo nuovo; di un mondo umanamente nuovo, riconoscendo, per questo grande e nobile obiettivo, la nostra comune umanità una saggia risorsa da cui dipenderà sempre più il futuro del mondo; il futuro di un mondo umanamente nuovo. Ban Ki-moon è, per molti versi l’uomo della provvidenza; è convintamente fiducioso di vincere le sfide del nostro tempo; di vincere, soprattutto, la sfida della crisi di solidarietà, un male del mondo da cui è assolutamente urgente e necessario guarire. L’ONU deve controllare e trovare le necessarie soluzioni per un mondo nuovo; per un mondo umanamente nuovo, con le certezze di una forte tutela dei diritti umani per tutti. Dopo il vertice umanitario di Istanbul, nell’agenda di Ban Ki-moon c’è l’appuntamento del 19 settembre 2016; è un incontro di alto livello, per vincere la grande sfida di cambiamento per un mondo di PACE!