Ischia: Goletta Verde inaugura “Trent’anni dalla parte del mare”
Dalle battaglie degli anni ‘80 contro gli scarichi selvaggi in mare, alla legge sulle aree protette e sulla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, passando per la prima commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, le battaglie contro i condoni edilizi e gli abbattimenti degli ecomostri, termine coniato da Legambiente nell’avviare la grande battaglia contro gli abusi, molti dei quali realizzati a picco sul mare e in aree di pregio. Infine la legge tanto attesa sugli ecoreati, il collegato ambientale e l’approvazione – avvenuta il 15 giugno scorso – della norma sulle agenzie ambientali, che rappresenta il terzo anello di una serie di riforme ambientali indispensabili per avviare una riconversione ecologica dell’Italia. Il tutto è accaduto negli ultimi trent’anni, nel corso dei quali è stato scritto un grande pezzo di storia in difesa del mare e delle coste nel nostro Paese. Una vicenda che ha registrato un rinnovato protagonismo dei cittadini ed una crescita di sensibilità ambientale fra gli amministratori locali, la società civile e il Paese in generale. Importanti traguardi raccontati attraverso una mostra che sarà allestita oggi a Ischia – in anteprima – alle dalle ore 17 in piazza San Gaetano a Forio in occasione del passaggio della Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente a difesa dei mari e delle coste italiane, che da ieri è ormeggiata nell’isola campana. La mostra, dal titolo “30 anni dalla parte del Mare” – realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare e la collaborazione dell’Area marina protetta Regno di Nettuno e di Ferderparchi – racconta in ventidue pannelli come sia cresciuta l’attenzione e la sensibilità del Paese verso le azioni di tutela e valorizzazione della risorsa mare.“Ogni tanto è utile voltarsi indietro, guardare a questa storia, misurare quanta strada è stata fatta per ricordare le battaglie vinte e affrontare con determinazione le tante sfide ancora da giocare – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette Legambiente -. È una storia che traccia un buon inizio per la difesa dell’ambiente in Italia, anche se la strada è ancora lunga e i pericoli di attacco al mare e alle coste italiane sono tutt’altro che debellati. Occorrono iniziative che ristabiliscano la sostenibilità di pesca, del turismo e dei trasporti. Proprio in quest’ottica, l’Area marina protetta Regno di Nettuno rappresenta uno strumento fondamentale per lo sviluppo di questo territorio e si possa ridare una governance autorevole a quest’organismo, affinché diventi uno strumento efficace non solo di tutela del grande patrimonio ambientale delle isole del Golfo, ma anche volano economico e di sviluppo.”La mostra sarà poi inaugurata domani, venerdì 1 luglio, durante una tavola rotonda promossa da Legambiente proprio per discutere della necessità di rilanciare l’area marina protetta, istituita nel 2007 attorno alle isole del golfo di Napoli, Ischia, Procida e Vivara ma attualmente “commissariata” dal Ministero dell’Ambiente. L’incontro “Il sistema delle Aree marine protette della Campania – Il Regno di Nettuno” si terra alle ore 11 presso le Cantine di Pietratorcia (antica libreria Mattera) vicoletto San Gaetano (Forio). Saranno presenti: Francesco Del Deo, Sindaco di Forio d’Ischia; Antonio Nicoletti, Responsabile Aree Protette Legambiente; Anna Savarese, Vicepresidente Legambiente Campania; Peppe Mazzara, Presidente del Circolo Legambiente Isola d’Ischia; Pasquale Raia, Responsabile Aree Protette Legambiente Campania. Sono stati invitati ad intervenire: Agostino Casillo, Presidente Parco Nazionale del Vesuvio e Coordinatore Federparchi Campania; Arturo Faraone, Ammiraglio Capitaneria di Porto di Napoli e Commissario AMP Regno di Nettuno; Antonino Miccio, Direttore AMP Punta Campanella; Angelo Marciano, Responsabile Corpo Forestale dello Stato Provincia di Napoli; Luciano Muratgia, Resp. Att Mare Sopr. Archeologica Campania Parchi sommersi Gaiola e Baia; Vincenzo Cavaliere, WWF Campania; Costantino D’Antonio, Delegato LIPU Campania; Pasquale Saurino, ACGI Agrital Isola d’Ischia. Modera l’incontro Annamaria Punzo, coordinatrice deI Corriere dell’Isola. “Il pur importante contribuito che in questa fase sta portando la Capitaneria di Porto alla guida dell’AMP Regno di Nettuno, grazie anche alla collaborazione offerta dall’AMP di Punta Campanella – sottolinea Anna Savarese. vicepresidente di Legambiente Campania – deve sostanzialmente mirare a garantire nell’immediato, e con la stagione estiva in corso, la tutela della biodiversità marina dalla pesca di frodo, dal bracconaggio del corallo rosso, dal diportismo selvaggio con le ancore che sradicano le praterie di posidonia e i danni da inquinamento acustico prodotti nel cosiddetto canyon di Cuma alle popolazioni di capodogli, delfini e balenottere comuni. Ma l’azione commissariale – prosegue Savarese – non può andare oltre perché soprattutto in Campania, dove tante, anche economiche, ricadute positive delle aree protette stentano ad emergere per il continuo ricorso alle gestioni commissariali (sono commissariati anche tutti i Parchi regionali terrestri, nrd). Confidiamo che, grazie all’insediamento della Federparchi Campania e al lavoro che si accinge a svolgere il Coordinatore Agostino Casillo, Presidente del Parco nazionale del Vesuvio, si avvii una nuova stagione in Regione Campania nella gestione delle aree protette, terrestri e marine, che veda le istituzioni e le comunità locali protagoniste responsabili della tutela attiva e dello sviluppo ecocompatibile del proprio territorio e del proprio mare”. “È necessario – precisa Peppe Mazzara, presidente del Circolo Legambiente Isola d’Ischia – coinvolgere le amministrazioni per un progetto comune con tutte le associazioni locali affinché venga riscritta la carta di principi del Regno di Nettuno. Crediamo che sia arrivato il momento di mettere da parte i problemi avuti in passato ed avviare un percorso di condivisione che parta dal basso per una nuova idea di sviluppo delle isole del Golfo di Napoli. Il coinvolgimento attivo della cittadinanza è infatti un elemento fondante per l’amministrazione dell’Area marina protetta affinché via sia una gestione finalmente efficiente, ragionata e operativa”. L’esperienza della tutela del mare, in Italia, ha origine nel 1982 con la legge n. 979 per la “difesa del mare”, che introduce il concetto di inquinamento marino, oltre a procedure e organi per la salvaguardia di mari e coste. Una legge avveniristica, per quel periodo, che infatti trova ancora oggi applicazione in molti campi. Negli anni successivi, le politiche di tutela del mare in Italia hanno avuto un impulso crescente, a partire dall’istituzione di aree marine protette (AMP), che si è affermata come la strategia più funzionale, nel breve e medio periodo, per la protezione degli ecosistemi costieri e marini. A distanza di 30 anni dall’istituzione delle prime due aree marine prottete, il nostro paese si è guadagnato un ruolo importante nella protezione marina a livello europeo e di bacino del Mediterraneo, soprattutto in termini numerici. L’Italia è il paese europeo con più AMP e più ettari di mare e fondali difesi che ha saputo associare alle finalità di tutela, proprie di un’area protetta, il principio della fruizione sostenibile, ancorandosi saldamente alle comunità locali, sia in fase istitutiva che gestionale. Quasi un’anomalia, per un Paese che ha stentato, in questi ultimi decenni, a tenere il passo dei paesi europei più sviluppati nel campo delle politiche ambientali. “Trent’anni fa il nostro Paese poteva contare su appena due piccole riserve marine – aggiunge il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri – quella attorno all’isoletta di Ustica e la riserva di Miramare, nel golfo di Trieste. Oggi l’Italia ha il sistema di aree marine protette più ricco e solido del Mediterraneo, con ben 29 siti tutelati (se si considerano anche i due parchi sommersi di Baia e Gaiola) per un totale complessivo di circa 228mila ettari di mare e 700 chilometri di litorale protetti, quasi un decimo dello sviluppo costiero nazionale. Un ottimo risultato figlio dell’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e dell’attività di stimolo e di creazione del consenso messa in atto da Federparchi, dagli enti locali e dalle associazioni ambientaliste. Si tratta di un lavoro che si traduce in strategiche azioni di tutela e conservazione della biodiversità, ma anche in attività di promozione del territorio e di sperimentazione e messa a punto di buone pratiche in materia di turismo sostenibile che sono diventate modello di riferimento per il resto del Paese”.Ovviamente non mancano i terreni di confronto per le prossime sfide: con l’ultimo Rapporto sulla biodiversità italiana infatti, Legambiente ha rilevato che il 60% delle specie e il 77% degli habitat sono minacciati dall’innalzamento delle temperature, da un uso sconsiderato del suolo e da un eccessivo prelievo delle risorse. Necessario è dunque creare nuovi modelli di sviluppo che puntino sulle energie rinnovabili, sulle pratiche agricole sostenibili e sulla salvaguardia del nostro patrimonio naturalistico.