Castel San Giorgio: “Arte e Cultura” chiude rassegna con “Select Poems” di Dainotti
Ha chiuso battenti la kermesse dell’Accademia Arte e Cultura a Lanzara, nella cornice di Villa Calvanese, con la presentazione del libro del prof. critico Fabio Dainotti “Selected Poems” Gradiva Publications-Stony Brook, New York, tradotto da Rosaria Zizzo. Con grande soddisfazione il presidente Michelangelo Angrisani ha tracciato l’identikit di Dainotti, vicino all’Accademia da qualche anno, apportando il suo notevole contributo alle diverse collettive artistiche. Per questo il suo profilo presente anche nell’Annuario che l’Accademia ha approntato, a compendio delle attività che porta avanti ad ogni giro di calendario. Dainotti con quest’ ultima fatica letteraria fa propria la lezione dei contemporanei, quali Saba ed Ungaretti, aggiungendo note personali ad un poetare che si muove scandito dai battiti del cuore. Presidente della Lectura Dantis Metelliana, di cui da anni presidente e direttore, condirige l’annuario di poesia e teoria “Il pensiero dominante”. Collaboratore di numerose riviste, numerosi encomi alla carriera. Già autore di altre sillogi poetiche, un autore che da profondo umanista, come dichiarato dal Direttore del nostro quotidiano, Rita Occidente Lupo, che ha coordinato la serata, scende nelle pieghe letterarie degli autori più rappresentativi del nostro tempo, recuperando duttilmente anche la lezione pregressa. “Selected poems” rivela una lirica intimistica, che anche attraverso voli pindarici, come dichiarato criticamente da Franco Bruno Vitolo, lascia andare pensieri, come rondini in cielo. “Tentare di vivere sognando di vivere, camminare senza volto nella nebbia, non carducciana” alcuni degli spunti che il verso accattivante rimanda. “Nell’abile capacità di creare emozioni- ha aggiunto il critico Luigi Crescibene- la poesia di Dainotti si mantiene nell’essenziale musicalità. Aborrendo barocchismi, alto il tono del mistero che, insieme allo stigma sentimentale, altro perno su cui si basa il poetare.” Dainotti apprende da Neruda, Pasternack, Saba, Ungaretti, come dichiarato in chiusura, temi e ritmi, ma miscelandoli e filtrandoli attraverso un suo poetare, che rimanda originalità.