Chi di barbarie colpisce, di barbarie perisce!

Giuseppe Lembo

Nel nostro malmesso sistema Paese si è ostinatamente attenti al solo presente; ci si fa male vicendevolmente e proprio non si riesce a capire che “chi di barbarie colpisce, di barbarie perisce”. Una maledizione assolutamente inevitabile; il male fatto, chiama inevitabilmente altro male che, come sta succedendo da noi, a pagarlo, sono soprattutto quelli che verranno; sono le nuove generazioni costrette a pagare le colpe dei loro padri, avidamente egoisti ad un punto tale da organizzare insipientemente il futuro negato ai propri figli ed ai propri nipoti. In tutto questo calvario italiano quel che colpisce di più è il silenzio assordante dell’autorità popolare; il cittadino italiano, sempre più “suddito”, proprio non riesce a darsi la giusta dimensione da “protagonista” per avere le sue parti di responsabilità e di ruolo attivo nelle scelte che lo riguardano come presente e soprattutto come futuro, evitando così, in modo suicida, di essere garante responsabile della vita dei propri figli e dei propri nipoti. Siamo, purtroppo, in una condizione di profonda confusione; una confusione che va travolgendo tutto e tutti, lasciandosi dietro solo percorsi di vita assolutamente impossibili ed un profondo vuoto di memoria storica che proprio non giova a nessuno, compresi quegli italiani che puntano irresponsabilmente allo sfascio del Paese, il frutto di quelle mortali alleanze, animate dal solo rovinoso principio “tanto peggio, tanto meglio”; un principio questo che si sviluppa attraverso la insana combinazione di ignoranza e di paure irrazionali, uno sposalizio che produce come effetto, la sindrome dello sfascio senza appello. La posta in gioco in questo difficile momento italiano, è il futuro italiano; un futuro da costruire a più mani, come importante frutto di idee italiane necessariamente condivise, il punto di partenza dei nostri governanti e di quei professionisti della politica che, senza le dovute responsabilità, condividono tutto di se stessi, trasformando così la loro condivisione a senso unico, nella base ostinatamente realistica di tutti i processi decisionali del nostro Paese, molti dei quali sono sbagliati, per cui il presupposto e la base del “disastro Italia”. A tutto questo si è arrivati nel nostro Paese, per l’assoluto vuoto del protagonismo popolare. Manca l’anima vigile del popolo italiano; una mancanza grave dagli effetti catastrofici; una mancanza che ha fortemente danneggiato il cammino del possibile futuro italiano, ormai sempre più orfano delle sue energie vitali, neutralizzate da un sistema di potere che si ostina a decidere in autonomia e con atteggiamenti indifferenti per quelle coscienze dei più, un utile rafforzamento della difesa collettiva e degli interessi umani e sociali che travalicano il presente, in quanto patrimonio da pensare e costruire insieme per quelli che verranno. È vitale, per salvare l’Italia, cambiare; nel pensare al cambiamento italiano, soprattutto orientato verso il futuro, è assolutamente necessario un rafforzamento della difesa collettiva ormai, da troppo tempo, dismessa per il proprio inopportuno rispettoso silenzioso del potere la cui autorità non ha bisogno di decisioni condivise, essendo per investitura a divinis, autorità dalla sovranità assoluta ed in quanto tale, escludente da queste, tutti gli altri, che non si mettono in gioco, venendo così meno al loro dovere, espropriato, tra l’altro, dal mancato riconoscimento, in quanto uomini, della propria dignità, di UOMO della Terra. Oggi l’Italia, necessita più che mai, di una nuova cultura sia umana che sociale; necessita di una nuova cultura organizzativa propria di un Paese che vive in un contesto globalizzato; un contesto che richiede e quindi ci chiede di cambiare sia l’immagine che i suoi percorsi di vita; tanto, con la società protagonista del proprio presente, proiettata nel futuro possibile, da preparare insieme, attrezzando concretamente il Paese di una nuova cultura organizzativa, necessaria per pensare concretamente alle nuove generazioni.