Scoutismo e religione: che cosa c’entra la religione?
Oliviero Ferro*
“La religione” dice Baden Powell, fondatore degli Scouts “è il fattore fondamentale che pervade lo Scoutismo e Il Guidismo”. Nel 1926, in un discorso alla Conferenza di Commissari scout e guide, cercava di spiegare meglio quello che lui pensava. Alla domanda “Come c’entra la religione?”, dava una risposta che fa veramente pensare. “La mia risposta è che la religione non ha da “entrarci”, perché già dentro. E’ il fattore fondamentale”. E questa è già una prima risposta a chi chiede perché gli scout, oltre a fare le attività di tipo tecnico, le route, le marce, i campi, ecc. danno il tempo alla religione, a Dio. Nel 1920, e riportato in “Giocare il gioco”, ne parla ancora meglio “Non c’è un lato religioso del Movimento (cioè non è una cosa a parte). L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo Servizio”. Per lui “il problema educativo è strettamente connesso all’argomento religioso”. Non difende la superiorità di alcun credo religioso sugli altri, ma vuole ricordare che bisogna utilizzare lo stesso principio di cui si servono altri settori dell’educazione “mettere i ragazzi a stretto contatto col loro scopo finale, che in questo caso è quello di fare il loro dovere verso Dio, mediante il compimento dei loro doveri verso il prossimo”. E questa è l’attualizzazione di quello che diceva Gesù “amare Dio e amare il prossimo: qui sono racchiusi tutti i comandamenti”. Facendo le buone azioni quotidiane, “i ragazzi acquistano doti come coraggio, autodisciplina, altruismo, cavalleria, che vengono ben presto a formare parte integrante del loro carattere”. La formazione del carattere è una delle quattro caratteristiche dello scoutismo. Per lui “insieme con lo studio della natura rettamente inteso, non possono non condurre la giovane anima a un contatto spirituale più intimo con Dio”. Lo Scoutismo non è “una nuova religione”, come pensa qualcuno. “è soltanto l’applicazione alla formazione religiosa del principio, ormai accettato per la formazione in materia non religiosa, di indicare cioè al bambino uno scopo preciso e dargli modo di esercitarsi da sé”. Queste prime parole di Baden Powell ci fanno capire che per lui è importante l’aspetto religioso, che non deve essere tenuto in disparte dalla vita, relegato solo in chiesa, ma deve essere qualcosa che pervade tutta la vita, non solo dello scout, ma di ogni persona. Ci ricorda che in ogni attività non bisogna limitarsi alla preghierina, al segno della croce, al Padre nostro, ma bisogna vivere in unione con Dio, perché Dio vive in unione con noi. Allora, ce lo ricorderà spesso, sarà più facile vivere, perché nel nostro progetto di vita, Dio avrà preso il primo posto.
* missionario saveriano, AE Sa1 (31-3-2012)