Quell’11 Settembre…

di Rita Occidente Lupo

Correva l’11 settembre 2001: ed a Manhattan la vita sfilava super frenetica, come sempre. Tranne in quel giorno che avrebbe consegnato alla storia un crimine indimenticato, targato Terrorismo. Il simbolo dell’opulente Occidente, di un’America capitalista all’avanguardia, si sgretolava al suolo per quattro attacchi alle Tween Towers, sterminando oltre 2700 persone. Dopo l’immane tragedia, il mondo in ginocchio per una violenza che in nome del fideismo più integralista, non desiste dal far soccombere vittime sacrificali ogni giorno. Nei luoghi più disparati…nei modi più variegati. La tranquillità sembra ormai fuggita anche dall’ultimo dizionario, al di là della Crusca, per intingere voglia di sangue, in nome di un credo islamico, che rivendica anche le sue efferatezze. A distanza di 15 anni, la scena che il mondo vive sulla sua pelle costantemente, allerta ogni luogo e chiama in causa la sicurezza di ogni Paese. Le misure atte ad arginare il terrorismo dilagante, le cui maglie, cellule impazzite, intente a seminare lutti ovunque, spesso appaiono troppo evanescenti. Se la Francia, dai crimini recenti, bersaglio privilegiato, non meno altri Paesi, nei quali la messa in sicurezza delle infrastrutture non garantisce che la vita possa scorrere serena. E quest’è il dramma che vivono coloro che ogni giorno fanno i conti con il rischio, nel quale s’imbattono non solo per assecondare la goliardia calcistica, ma per espletare anche il proprio lavoro su e giù per il mondo. E se vale pur sempre il detto “Ogni mondo è paese” ancor più la paura che in ogni Paese non ci si senta più sicuri, domina la scena, allentando talvolta turismo o soffocando la voglia di oltrepassare i propri confini. Il terrorismo, anche questo: la sua vittoria, sulla psiche di chi teme di salire in aereo, affidarsi a traversate, recarsi in luoghi di culto, giacchè quest’ultimi potrebbero a maggior ragione offrire il fianco a kamikaze. Ma da Papa Francesco, che non cessa di andarsene su e giù per il mondo, con le sue scarpe grosse e la borsa di pelle, il coraggio che la vita umana, vada vissuta ogni istante, certamente con prudenza, ma senza registrare battute d’arresto!