Pertosa-Auletta: alle Grotte, Roy Paci e Klezmatics chiudono “Negro Festival”

Si chiude con il “botto” la 21/a edizione del “Negro Festival”, la rassegna nazionale di musica e cultura etnica ospitata nelle Grotte di Pertosa- Auletta (Salerno). A calare il sipario sul 2016 sarà il live di Roy Paci che duetta con i Klezmatics, mescolando lingue e sonorità diverse a partire dalle antiche melodie Yiddish, con influenze musicali diversissime, come gospel, punk, musica araba, africana e ritmi balcanici. La rassegna è ospitata su palchi incastonati in un luogo meraviglioso, ancestrale e magico allo stesso tempo, quello delle Grotte di Pertosa-Auletta (Salerno), primo rifugio dell’uomo primitivo contro le avversità e i pericoli, e oggi simbolico rifugio della cultura e megafono della voglia di pace e di fratellanza, raccontate in musica. L’ultimo giorno del Negro Festival 2016 porta quindi in scena la tromba del siciliano Roy Paci, che duetta con i Klezmatics, famosi per la loro capacità di mescolare lingue e sonorità diverse a partire dalle antiche melodie Yiddish, con influenze musicali diverse, come gospel, punk, musica araba, africana e ritmi balcanici. I componenti della band provengono da esperienze musicali diverse, che spaziano dal jazz – il batterista Richie Barshay suonava con Herbie Hancock e Chick Corea – alle sonorità celtiche, esplorate dalla violinista Lisa Gutkin. A loro si aggiungerà Roy Paci, virtuoso della tromba e compositore e produttore artistico già noto al pubblico della musica indipendente dell’ethnojazz, accendendo aspettative frizzanti nell’incontro artistico tra lui e Frank London, il trombettista e leader dei Klezmatics. In precedenza il palco principale sarà tutto per Nando Citarella & Tamburi Del Vesuvio, in “Terra ‘e motus 20 th”. Nel vulcano pulsano i ritmi che da sempre accompagnano i canti e i balli tradizionali di tutta l’Italia Centro-Meridionale. Ma questa terra fertile ha accolto anche il battito ritmico di tutte quelle genti che da altri luoghi, attraversando il grande mare ancora oggi vi approdano. Così, rispettando la natura vulcanica di questa Terra e della sua gente, il Vulcano è il “grande tamburo” che scandisce il tempo per canti antichi e per nuove contaminazioni. Questa semplice considerazione è stata l’origine che ha ispirato il percorso dei Tamburi del Vesuvio che con questo progetto da Sud a Sud festeggiano i loro vent’anni di attività. Il palco di Antrosuono, invece, alle ore 21.30 accoglierà “The hypnotic Dance’s Time”, lo spettacolo di Giuliano Gabriele e del suo Ensemble, dedicato all’elemento primario che contraddistingue la musica tradizionale del sud Italia, il ritmo. Lo spettacolo esprime la volontà di riunire la musica delle regioni meridionali in un progetto artistico sperimentale che rimane saldamente ancorato alla tradizione della tarantella, soprattutto attraverso gli ipnotici tempi di danza, sovvertendo gli schemi sonori e armonici della musica popolare. L’ensemble è ospite di diritto in quanto vincitore dell’ultima edizione del “Premio Andrea Parodi” di Cagliari, di cui il Negro Festival è partner. Un’edizione, quella di questo anno, dedicata al tema “Integrazioni – incontri e incastri tra mondi musicali”, che ha portato sui due palchi della manifestazione commistioni di generi e sonorità, e fusioni tra mondi diversi e solo in teoria distanti, come il punk e il gospel, la melodia araba e quella Yiddish, la tarantella e i dj, o anche un amalgama sperimentale ed eccezionale come la poesia di Fabrizio De Andrè riletta in dialetto napoletano, con le voci di Teresa De Sio, Enzo Gragnaniello, Francesco Di Bella e Maldestro. E ancora, le liriche contadine “shakerate” con i ritmi serrati dell’electro-pop nel duetto tra band lucana dei Renanera e Vittorio De Scalzi, e le “Stazioni lunari”, progetto di Francesco Magnelli (ex Csi), che ha ripercorso la tradizione della musica popolare: canti di aggregazione e di ringraziamento portati in chiave nuova e innovativa da Ginevra Di Marco, Stefano “Cisco” Belotti (Ex Modena City Rambler), Carlos Paz e Ziad Trabelsi, (due delle voci principali dell’Orchestra Di Piazza Vittorio), Daniele Sepe e Peppe Voltarelli (16 settembre). Alla musica d’autore e ai progetti artistici si unisce non solo la spettacolare scenografia delle grotte di Pertosa-Auletta, con la possibilità di visite e speleo-trekking, ma anche l’occasione per gustare, in attesa dei concerti, i migliori prodotti tipici offerti dalla cucina locale, come il famosissimo Carciofo bianco, vera prelibatezza dell’area. “Esplorando differenti angolature musicali, gli artisti – ha spiegato il direttore artistico, Dario Zigiotto – si proporranno in una sorta di palco-sharing, ‘integrandosi’ appunto, in un dialogo musicale tra diversità sonore e culturali, in un’ottica di confronto e di scambio che supera il concetto di vicinanza tra artisti diversi e tra set autonomi, per giungere a quello di incontro attraverso momenti di condivisione del palco”. Anche per la 21/a edizione è stato quindi “messo in campo un programma di altissima qualità e di forte impatto evocativo – ha spiegato il sindaco di Pertosa, Michele Caggiano – che si inserisce perfettamente nello stupendo scenario delle Grotte, e che ancora una volta valorizza la nostra splendida area, grazie al lavoro di tutti e dei tantissimi volontari, senza dei quali questa rassegna non sarebbe possibile”.”È la prima volta – ha dichiarato il Direttore Generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese – che condividiamo il progetto Negro Festival. Si tratta di un appuntamento di punta che si tiene nel nostro territorio al quale partecipano migliaia di persone, tra cui molti giovani. È un evento che arricchisce la nostra area. Ringrazio l’amministrazione comunale di Pertosa per averci coinvolto. Siamo soddisfatti per aver dato un contributo, anche di carattere finanziario, per consentire l’ottima riuscita del Festival. È anche questo il nostro ruolo, dare supporto a quelle istituzioni che creano valore sul territorio, condividendo un’idea concreta di sviluppo e promozione”. Il tema “integrazione”, a cui si ispira l’edizione 2016 del Negro Festival, “è nella missione della Fondazione MIdA. Quest’anno, nelle tre serate, con un’apertura straordinaria fino alle 24 – ha dichiarato il presidente della Fondazione MIdA, Francescantonio D’Orilia – presenteremo il nuovo Museo del Suolo. Quest’ultimo ‘integra’ il mondo ipogeo al mondo che viviamo ogni giorno, proponendo un singolare itinerario di conoscenza dedicato alla terra, e più precisamente a ciò che avviene in quei tre metri, fondamentali per la vita sul nostro pianeta, che dalla superficie si portano in basso. Il suolo, infatti, rappresenta quel mondo di cui siamo inconsapevoli ma che permette la nostra sopravvivenza. E come  Fondazione vorremmo sensibilizzare il popolo di Negro a questo importante tema”.