Salerno: Tony Tammaro in tour al Teatro Delle Arti
Il cantante partenopeo, autore di canzoni umoristiche e antidepressive, è pronto per una nuova avvincente sfida: portare la sua “musica tamarra” alla conquista dell’Italia! Conosciutissimo in Campania e semi conosciuto nel resto del paese, Tony Tammaro dopo 25 anni di carriera ha deciso di valicare il confine: a novembre sarà in tour per la penisola col suo nuovo show in cinque concerti esclusivi, prodotti da L’Azzurra Management di Giovanni Brignola. Dopo il debutto casalingo al teatro Diana di Napoli (7/11), approderà nel tempio milanese del rock (22/11 all’Alcatraz), in uno dei più antichi teatri della città di Bologna (24/11, Teatro Duse), nel covo della musica live romana (27/11, Jailbreak), prima di far ritorno al Teatro delle Arti di Salerno (29/11). Ad accompagnarlo on stage, una band composta da cinque musicisti – Nino Casapulla (tastiere), Luciano Aversana(chitarre), Paolo Pollastro (basso), Tony Martuccelli (batteria) e Rossella Bruno (cori) – che sosterranno l’autore di “Patrizia”, “Supersantos”, “Il Parco dell’Amore”, “Scalea”, il “Rock dei Tamarri” e “‘O Trerrote” in questa impresa. Portare la sua musica e il suo verbo a quegli italiani che hanno potuto ascoltare i suoi brani solo su supporti di fortuna, vecchie musicassette o cd masterizzati dall’amico napoletano di turno. Con oltre 2000 concerti e otto album all’attivo – l’ultimo “Tokyo Londra Scalea” del 2015 – Tony Tammaro è ormai un artista cult. Fin dal 1990, la diffusione della sua musica è stata autonoma, anomala e in costante crescita, grazie soprattutto al passaparola iniziale, alle copie “pezzotte” e al supporto del web. Vincitore tre volte del Festival Italiano della Musica Demenziale, è l’artista più indipendente e più insofferente alle regole del mercato musicale nostrano. Le sue canzoni sono vere e proprie “macchine della risata”, composte per un pubblico disposto a ridere senza tralasciare la riflessione: perché il tamarro, anche se non sembra, riflette. Brani pungenti, ironici, irriverenti, talvolta trasgressivi, altre amari. I tanti vizi e le poche virtù della società moderna diventano il pretesto per raccontare e raccontarsi attraverso pezzi demenziali. Canzoni che descrivono quell’universo tamarro, pieno zeppo di modi e comportamenti dell’Ital-cafone, che (modestamente) Tony Tammaro ha saputo tradurre in musica prima di tutti gli altri. I costumi di scena, curati da Annalisa Ciaramella, vedranno Tony e i suoi musicisti esibirsi con indosso corazze, scudi ed elmi da antichi romani: “se deve esserci una conquista dell’Italia, è giusto attrezzarsi in modo adeguato”.