Napoli, miracolo di San Gennaro!

Giuseppe Lembo

Nel cuore di Napoli, meglio conosciuto come Rione Sanità, è miracolosamente in atto un’iniziativa di straordinario rilievo culturale e civile. L’anima regista è quella di un parroco; Antonio Lombardi il suo nome.  Un parroco di strada, come Don Luigi Merola che, con il suo organismo associativo “A voce d’e creature”, ha saputo aggregare intorno a sé come palestra di vita, la strada, fatta di tante vite di giovani disperatamente bruciate e senza speranza di futuro. E così i miracoli napoletani si ripetono, rigenerando umanità disperatamente abbandonate a se stesse e senza speranza di futuro. Il centro aggregante, dell’umanamente nuovo di Napoli, è la Basilica di Santa Maria, dove grazie a Don Antonio Lombardi, un saggio esempio di prete di strada, un gruppo di ragazzi dalle drammatiche esperienze di vita, fortemente insieme, dopo attivi momenti di incontri e di una forte volontà di socializzare; tanto, ispirandosi alla figura di Anna Maria Luisa de’ Medici che nel 1737, sottoscrisse con la dinastia dei Lorena, un “patto di famiglia” che impediva il trasferimento, fuori dal Granducato, il ricco patrimonio artistico e culturale, ricchezza di Napoli e non di altri. È a quel saggio modello, dimenticato dai più che, grazie all’intelligente regia di Antonio Lombardi, parroco della Sanità, i giovani del quartiere, da tanti conosciuto e definito come “quartiere maledetto”, disumano ed impossibile da vivere, si sono riferiti per dare vita ad una cooperativa sociale “La Paranza” che, con la guida illuminata di padre Lombardi, gestisce saggiamente le catacombe di San Gennaro e le più importanti chiese del quartiere. È questa una notizia fantastica! Una notizia da “Miracolo di San Gennaro”! Tanto, con la convinzione-certezza che qualcosa deve cambiare anche a Napoli, dove la cultura ed i tanti importanti beni comuni possono, se diventano patrimonio comune, avere in sé la forza del cambiamento possibile, restituendo, così facendo, il protagonismo umano anche ai disperati di Napoli. La nascita della cooperativa la Paranza rappresenta in sé un segnale forte; un segnale di certezza di vita più che di sola miracolistica speranza per Napoli e per il Sud più in generale. Nel più malfamato rione di Napoli, giovani insieme, rifiutando il loro passato fortemente sbagliato, oggi si sentono in sé protagonisti di futuro; tanto, forti della cultura e delle importanti risorse di Napoli.  Ma il “positivo” di Napoli che fa ben sperare in un futuro possibile per Napoli, per la Campania e più in generale per il Sud, non si ferma qui; non è solo in questa buona notizia. C’è anche dell’altro; c’è la possibilità-certezza che Napoli trovi la sua giusta strategia di città metropolitana, un fatto nuovo ed importante che può rappresentare il nuovo corso per una nuova storia di Napoli dal futuro possibile, con caratteristiche di città moderna, assolutamente oltre la sua negativa immagine di città violenta e le sue ancora tante diffuse sofferenze da superare, misurandosi con il nuovo, a partire dalle idee, per una nuova Napoli; per una Napoli, prima di tutto, più umanamente vivibile. A Napoli ed al Sud più in generale, occorre promuovere quel rinnovamento istituzionale che non c’è e che è altrettanto ed assolutamente necessario per la rinascita civile; tanto, per necessarie azioni di sviluppo e per affermazioni di quella concreta umanità del fare necessaria a garantire mondi umanamente aperti al confronto e democraticamente capaci di governare il futuro, prima di tutto, pensando a garantire l’uomo ed il suo territorio. A Napoli, la città della disperazione umana, della violenza e del futuro negato, ci sono ancora altri segnali da vero e proprio “miracolo di San Gennaro”.  Se anche al rione Sanità di Napoli, un vero e proprio inferno terreno, si scopre, da parte dei giovani, un’umanità nuova capace di cancellare il passato, tristemente fatto di disperazione e di violenza, allora c’è da pensare che il nuovo del mondo, umanamente possibile, è veramente, ovunque nel mondo. È l’uomo che può imprimere un nuovo corso alle cose. E’ questo il messaggio che ci viene da quell’insieme umano giovanile oggi positivamente aggregato nelle cooperative napoletane. La “Paranza” per gestire le importanti ed abbandonate risorse del ventre di Napoli, meglio conosciute come catacombe di San Gennaro, unitamente a delle Chiese del quartiere, in sé l’anima viva e bella di una Napoli che, così facendo, proprio non muore mai. Il nascente protagonismo delle tante giovani anime spente ed abbandonate a se stesse del Quartiere Sanità ci fa capire che anche a Napoli, non tutto è perduto; che anche a Napoli, in Campania, nel Sud e nei Sud del mondo, ci può essere la rigeneratio umana, coraggiosamente in cammino verso mondi nuovi. Al centro di questo miracolo napoletano e del risveglio umanamente possibile anche in altre parti del mondo negate al futuro, c’è la cultura e le sue risorse, un patrimonio per l’uomo e dell’uomo che, se ben attivato e/o riattivato, può saggiamente fare scoprire mondi nuovi. La guida illuminata di Antonio Lombardi, prete di strada alla Sanità, darà sicuramente i suoi buoni frutti. È un segnale di grande importanza per un mondo di giovani che a Napoli non si vuole rassegnare al “non c’è niente da fare”. Dopo la Sanità, Scampia, San Giovanni a Teduccio con il nuovo polo universitario della Federico II, la Libreria Colonnese, con una nuova sede nella strada di Vico, ci sono tanti altri segnali positivi di un sempre più possibile napoletano, saggiamente proiettato in una Napoli che non vuole assolutamente morire; sono segnali importanti per cambiare; per cambiare anche a Napoli, in un mondo negato, dell’assolutamente impossibile. Per Napoli, grazie all’intelligente umanità dei giovani che non vogliono assolutamente morire di un “niente napoletano” che non giova a nessuno, quella della Paranza, è un’opportunità di vita per un mondo nuovo; per un mondo di umanità nuova che proprio non ci sta a vivere aspettando di morire, in un mondo e di un mondo dal futuro negato. Il nuovo napoletano, così come dimostrato da questo nuovo percorso di vita di insieme, è un nuovo di umanità che, rifiutando tutto il negativo del proprio ESSERE, vuole cambiare e non lasciarsi travolgere dalle tante negatività umane che appartengono soprattutto, al regno dei forti sui deboli e vengono utilizzate abusandone, per dominare con insipienza il capitale umano, facendosi, tra l’altro, male e facendo male all’insieme umano di cui si è parte. Napoli non vuole assolutamente morire; è questa la Napoli dei tanti saggi tra cui Ermanno Rea, recentemente scomparso, testimone intelligente di un tempo che, appellandosi alla cultura, senza ulteriori indugi, dice con forza basta al “non c’è niente da fare”.