Kengele, campana

Padre Oliviero Ferro*

Per noi, è normale sentire suonare le campane che ci  ricordano che Qualcuno ci chiama e vuole incontrarsi con noi e con i fratelli. Da secoli siamo abituati al loro suono e nemmeno immaginiamo che in altre parti del mondo, possano esistere della “campane” speciali. L’ho scoperto, andando in Africa e l’ho visto con i miei occhi. Certo, nelle grandi città, dove ci sono le chiese, le campane sono ormai diventate un’abitudine. Ma quando si va più all’interno, nelle cappelle dei villaggi, allora scompaiono. O meglio, sono sostituite da altre cose. Normalmente si prende il cerchione di una ruota, lo si appende a un albero e con un altro pezzo di ferro, viene fatto suonare. Non sempre il suono è dolce, ma tutti si sono abituati ad ascoltarlo e anche lui invita alla celebrazione o agli incontri di comunità. Ogni tanto, qualche “spiritoso” si diverte a rubarlo e allora bisogna andare alla ricerca di un altro che continui ad essere la voce della comunità. Se invece, manca anche questo, beh, si ritorna all’antico: si utilizzano i grandi tam tam. Tutto è buono per chiamare la gente a raccolta per pregare e condividere insieme la propria fede e la propria gioia di stare insieme.

* missionario Saveriano