Mercato San Severino: Fabiano Mazzetti, altra giovane vittima del lavoro!

Anna Maria Noia

Morire a 20 anni, non si può e non si deve! Morire, per giunta, cercando di vivere l’esistenza attuando la fonte di molte speranze – giovanili e non: lavorando! Quello che in molti, soprattutto ragazzi e particolarmente al Sud, lamentano: occasioni di lavoro! Ebbene: Fabiano Mazzetti, classe 1996, pompeiano doc è deceduto nel più brutale dei modi: compiendo il suo dovere “lavorativo” (appunto) mentre sognava la “vera” occasione professionale, quella che avrebbe – forse – dato una svolta alla sua vita. Ma Fabiano non ce l’ha fatta; non ce l’ha avuta quella occasione: è scomparso – prematuramente – prima di raggiungere il vero suo mestiere. Con il candore dei suoi pochi decenni, con tante speranze ancora in embrione nel suo animo. Fabiano è morto il 17 ottobre ultimo scorso; sabato 22 la cerimonia in suffragio della sua anima – nella chiesa di S. Giuseppe, in via Aldo Moro, nella cittadina dove viveva e dove sorgono, in contemporanea, le rovine della classicità romana e il grande santuario dedicato alla Madonna. Una bara bianca salutata da tantissima gente, per un breve cammino terreno ricco di sogni e di aspettative. La dipartita del 20enne è avvenuta in circostanza ancora in parte da comprendere fino in fondo, all’interno dell’industria conserviera e alimentare “La Doria”, in quel di Fisciano. Nello stabilimento, il giovane svolgeva le mansioni di operaio. Era addetto ai macchinari posti all’interno del capannone, in quel giorno maledetto; pare fosse il primo giorno dopo il rinnovo di un contratto a tempo determinato (cioè a termine, di mesi in mesi – come si usa ancora oggi…). Tre gli indagati per la morte bianca: per tutti l’accusa è di omicidio colposo in concorso. Sono: il direttore generale de “la Doria”, Andrea Ferraioli; il direttore dello stabilimento Francesco Salzano; il capoturno Guido Capo. Sin dalle prime fasi dell’esame autoptico, è emerso che la morte del pompeiano sia sopraggiunta a causa di un arresto cardiocircolatorio causato dalla compressione della gabbia o cassa toracica. Il giovane, sembra, è stato travolto improvvisamente da una lastra metallica che si è staccata da una pellettatrice – macchinario ritenuto ad alta sicurezza posto all’interno dell’industria alimentare. Dopo 15 minuti dal ferale incidente, Mazzetti è stato liberato dall’enorme peso; in quel momento – dichiarano i soccorritori e gli altri operai intervenuti a prestare i primi aiuti – era ancora vivo. Prelevato poi da un’autombulanza, è stato trasportato in condizioni disperate all’ospedale “Fucito” di Mercato S. Severino, dove è stato immediatamente ricoverato e infine è deceduto. Non molti misteri aleggiano sulla sua morte, essendo stati i macchinari a non avergli lasciato scampo. Però la famiglia ha nominato un perito di parte – d’accordo con il legale che assiste la famiglia stessa. Probabilmente ci saranno altre indagini per contribuire a chiarire, ulteriormente, l’accaduto. Il ragazzo è volato in cielo dopo aver effettuato il turno di notte; l’incidente è difatti avvenuto alle 21.30. Alle 23 circa la triste notizia del decesso. Tutta colpa della pressa che si è staccata e lo ha ridotto in fin di vita. Lui la voleva pulire, quella pressa… era responsabile, pignolo, preciso sul lavoro… Un lavoro che gli consentiva di vivere dignitosamente, non dal punto di vista – forse – economico ma per autorealizzarsi e rendersi autonomo già a 20 anni. Quando – e non vuol essere un giudizio né una critica – molti universitari sembrano “parcheggiati” all’università in attesa di poter, comunque, ottenere un lavoro che li soddisfi. Fabiano Mazzetti si è invece dato subito da fare e per questo non è più tra noi.