Italia tremante…
di Rita Occidente Lupo
L’Italia trema nella sua interezza. L’Appennino non lascia sonni tranquilli, anche se il martirio del Centro, crea panico anche in chi un tempo si sentiva al sicuro dalle scosse perchè, da quest’estate, ormai non altro che un susseguirsi. Chiamati in causa, geologi, sismologi, scienziati, fisici, insomma tutti coloro che discettano sulla triste storia del nostro Stivale, non attrezzata a vivere col dissesto. Un Paese sbriciolato nel patrimonio e con vite umane appese ad un filo, impotenti dinanzi alla furia naturale. Senza che si sia corsi ai ripari per tempo. Quando tutto sembrava esplodere nella corsa ad un’edilizia sfrenata o ad un bagliore made terzo millennio, intento alla forma anzichè alla sostanza! Ed ora, anche la storia si sfalda al suolo: il passato seppellito dalle ceneri di un territorio che non riserva sicurezza. Mentre si contano i danni inestimabili, si riannodano ricordi di altre catastrofi analoghe; lo sguardo oltre confine, a chi maggiormente avvezzo a vivere con la terra che balla sotto le suole, ha appreso da sempre l’arte per non soccombere al panico o lasciar spazio alla disperazione. Non si sa più dove puntare lo sguardo: dal sacro, alla strada comune; dalla chiese, ai semplici supermercati. Un fascio di rovine, tra gli sciacalli di turno, a chiamare in causa responsabilità civili, alla vigilia di un Referendum costituzionale, che francamente interessa poco al Paese, stretto nella morsa di albe incerte. Non sapendo da quale parte prendere provvedimenti, arginare un fenomeno idrogeologico imprevedibile: perchè i terremoti, malgrado tutto, continuano a restare incogniti nel loro manifestarsi. C’è chi addita questo o quello, chi da scaricabarile cerca di guardare oltre il suo naso, per sollevare l’indice accusatore, nel momento in cui preposto col suo carico di responsabilità, ad evitare che tale tragedia potesse assumere l’attuale volto catastrofico. Per gl’Italiani più distratti, il terremoto costituisce sempre un cataclisma, un nemico occulto, dinanzi al quale non armi che tengano. Solo una cosa, in tali momenti, poter adottare: solidarietà, nella misura in cui possibile cercando di tamponare il disagio delle migliaia di sfollati e la preghiera incessante, per i sopravvissuti e per i defunti!