Dibattito televisivo Renzi-De Mita: volano gli stracci!
“Tu cambi partito”, “E tu le amicizie, che è lo stesso”. Partito in sordina, si infiamma il dibattito sul referendum tra Ciriaco De Mita e Matteo Renzi, ospiti di Enrico Mentana su La7. Per tutta la trasmissione, il premier attacca l’ex segretario Dc, contrapponendo prima e seconda Repubblica, nuova e vecchia classe dirigente, giovani che pensano al Paese e vecchi politici che hanno lasciato una pessima eredità. “Tu sei entrato in parlamento nel 1963. Il presidente degli Usa si chiamava John Kennedy. Il tuo G7 l’hai fatto con Reagan e la Tatcher. E ancora oggi devo chiamarti sindaco”, dice Renzi, “Io voglio fare altro nella vita”. Poi l’affondo: “L’idea che sia pensiero la politica tua che cambi partito quando ti levano un seggio.”. “Questa è una volgarità che non mi aspettavo, soprattutto da chi in politica le ha inventate tutte”, ha ribattuto De Mita, alzando la voce”, Tu non hai il diritto di parlare di moralità in politica. Tu hai una gestione autoritaria. Hai fatto un partito dove parli da solo e io che ascolto le tue relazioni in direzione credo che andrebbero pubblicate per vedere la politica a cosa si è ridotta. Tu non cambi partito. Però cambi amicizie, che è lo stesso. Io sono nato e muoio Democratico cristiano. Tu non so cosa sei nato“. Il dibattito è andato avanti su questi toni, con il premier che difendeva una modifica alla Costituzione “attesa da 35 anni” e De Mita che attaccava una riforma “frettolosa”. “Perché dopo aver bloccato per 35 anni il Paese lo volete bloccare anche per i successivi 35 anni? Questa riforma serve al futuro del Paese perché lo rende più semplice e in linea con gli altri”, ha detto il premier rispondendo agli attacchi dell’altro che aveva detto: “È una riforma frettolosa, poco motivata, scritta male, incomprensibile. Napoleone diceva che le leggi devono essere brevi e oscure“. Ognuno è libero di pensarla come vuole ovviamente, ma ai fatti al di là dei disarmanti insulti reciproci, sta di fatto che l’ Italia che è stato ed è un paese meraviglioso per la sua natura, lo era anche nel progresso, nell’evoluzione apprezzata da tutto il mondo. Oggi è un paese sempre bellissimo per le sue montagne , per le sue pianure, per i suoi mari, le sue isole, ma in ginocchio, svenduto ed invaso per lo più da delinquenti e ladri con altri in arrivo ancora, decadente nelle sue stazioni e sporco oltre che “urinato” dovunque perchè dai primi ingressi non si è stati capaci di imporre e far rispettare le nostre Leggi all’insegna del sotteso “non essere razzisti”. Oggi, in Italia è concesso a queste irrispettose persino di usare burka dovunque. Se Renzi avesse dimostrato “con fatti” al momento tutti contrari, che il Paese fosse in rimonta. Purtroppo è figlio della generazione che gli studiosi hanno definito “dell’abbastanza” ma, peggio, una generazione che parla solo di futuro perchè ancora non si conosce e del quale si può dire di tutto e di più, ma mai del proprio passato che non ha mai percepito per limiti propri ed al quale il presente sfugge, intento com’è a vivere il minuto. Oltretutto impalpabile nel confronto con un cavallo di razza e più ancora uomo vero, De Mita, che non ci ha messo nulla per “cucinarlo nel proprio brodo” . Poi c’ è il Nostro Crocefisso, che non si tocca. Signor Hallah, se ne stia a casa sua: Qui non c’è posto per lei e non ci sarà mai. Amen e Così Sia, caro Renzi! e con me ci sono anche Autorevoli del suo Partito ed Alti Magistrati, degnissimi, che ho conosciuto ed incontrato, con cui ha fatto ultimamente pace, ma durerà. Personalmente, ho fiducia nel Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ellera Ferrante di Ruffana