Nyoka, serpente
Padre Oliviero Ferro
Non so quanti conoscono la “pietra nera”, Ma, se si va in Africa, è meglio averla sempre con sé, soprattutto se si va nella foresta. C’è sempre qualcuno che, nascosto, ti può morsicare. E chi è? Nyoka, il serpente. I più pericolosi sono quelli più corti. Quello nero, un altro si chiama “tre passi”(cioè dopo averne fatti tre, muori), la vipera, i serpenti d’acqua, quelli verdi sulle piante di banane. Naturalmente, ci sono anche i pezzi grossi: boa e pitoni. Ti abbracciano fortemente e…tutto finisce. Allora, perché la pietra nera? Molto semplice. Dopo aver fatto un taglietto, dove sei stato morsicato, la metti sulla ferita e lei assorbe il veleno, impedendogli di entrare in circolo nel sangue. Ti salvi, però dovrai andare a farti fare il vaccino. Insomma sei pronto per continuare a vivere. Sembra che questa pietra, che non è pietra, sia un osso di mucca, fatto bollire e poi seccare, fino a diventare nero. Viene fatto a piccoli pezzi. Dopo l’uso, basta farlo bollire nel latte, ed è pronto per la prossima volta. La cosa che mi ha colpito molto in Africa è come questi nostri amici si accorgono della presenza del serpente. Lo sentono subito e fanno in tempo a salvarsi. Ma non tutti. Quando vai a lavorare nei campi, non sempre ti accorgi della sua presenza e allora diventa tardi. Ci si cura anche con le erbe tradizionali, se fai in tempo ad arrivare dal guaritore. Il serpente, come la vipera da noi, ha paura del rumore. Allora basta farne un po’ e ognuno se ne va per la sua strada. Io non ho mai avuto la sfortuna di incontrarne qualcuno. Non ci tenevo proprio. Soprattutto a incontrare i pezzi grossi: boa o pitoni. Non facevano parte del mio giro di amicizie….
*missionario saveriano