Padre Cavalcoli, il coraggio della predicazione?
di Rita Occidente Lupo
Fulmini e saette: padre Cavalcoli hanno scatenato una bufera non solo nella Chiesa. Le sue parole, determinate nell’affrontare la tragedia che, specialmente il Centro Nord del Paese sta vivendo, tra migliaia di scosse che da quest’estate hanno messo in ginocchio interi Comuni. Il sacerdote, dai microfoni di Radio Maria, a dichiarare che l’attuale sisma, conseguenziale all’omosessualità, riandando alle bibliche Sodoma e Gomorra, a proposito delle attuali unioni civili. Sospensione, imbavagliamento, distanza dell’emittente dalle sue posizioni, in nome di una Chiesa di Misericordia, voluta da Papa Francesco, specialmente con l’anno straordinario giubilare. Francamente, andando a ritroso, a proposito di apparizioni mariane, di profezie riconosciute dalla Chiesa, emerso a più riprese che i segni dei tempi sarebbero stati annunciati da terremoti e cataclismi: basti consultare l’Apocalisse. Ed ancora, il vecchio catechismo, che tanti un tempo conoscevano coi dieci comandamenti, col concetto ben chiaro di Peccato da tenere a bada, per giungere alla salvezza, sembra completamente ignorato dalla visione generalizzata e generalizzante di una Misericordia in toto. Certamente Dio, Padre di Misericordia, ma col peccatore che si converte e mostra i segni della conversione: come per la Maddalena, Zaccheo ed altri personaggi che il Vangelo spigola, facendo capire che “Il va’ e non peccare più” comporta un’inversione di rotta nella propria vita, un rinnegamento del peccato, per incamminarsi su una nuova strada. Testimonial, Paolo di Tarso, che da persecutore, divenne un perseguitato per la fede! Senza dubbio quella di un Dio vendicativo, visione veterotestamentaria, che alla luce della Lieta Novella, scardinata…ma non annullata! Forse, padre Cavalcoli voleva invitare a rileggere attentamente anche lo stesso concetto di Misericordia, alla luce non dell’agostiniano “Ama fortemente e pecca grandemente”, ma di una Rivelazione che tiene fermi i paletti dell’etica. Un tempo, la concezione di un Dio giustiziere, che lo stesso MedioEvo recuperò, incuteva paura, con le stesse visioni millenarie, di un’ipotetica fine del mondo! Poi, dopo aver sfatato anche le recenti profezie Maya, serpeggianti al secondo giro di calendario millenario, riponendo corde di timore, una riaccelerata sempre più lontana dai valori della fede. Radio Maria, ormai fedele compagna in tante case italiane, cerca di sbriciolare perle di spiritualità, restando fedele anche ad amplificare puntualmente i Messaggi di Medjugorje, sui quali ancora sospeso il verdetto del Magistero. Senza dubbio il terremoto può esser letto come un segno dei tempi, giacchè l’uomo ha giocato con le vite umane, non responsabilmente, ma non segno di un Dio punitivo e vendicativo. Certamente, recuperare la dimensione naturale, quella a cui Dio ha preposto l’uomo, nel momento in cui l’ha reso erede di una natura da custodire e non da violentare, da amare e non da entropizzare, da rispettare senza alterarne i ritmi, potrebbe essere il viatico per fruire di un’esistenza appagante e non così vulnerabile!