Storica Sentenza della Consulta: ai figli cognome materno, in aggiunta al paterno

Via libera finalmente, al cognome della Madre per i figli. Per la Consulta infatti è incostituzionale l’ automatica attribuzione del cognome paterno.  Indegnamente forse, mi associo alla Consulta avendo anticipato informalmente e nel privato da sempre il mio cognome alle mie due figlie. Oggi è Legittimo ed Istituzionale. I genitori potranno decidere di mettere solo uno dei due o entrambi. Con questa decisione, viene finalmente sancita la vera parità e cade per sempre il patriarcato. La Corte Costituzionale ha deciso, arrivando ancora una volta prima del Legislatore, statuendo appunto che i figli nati nel matrimonio potranno prendere anche il cognome della Madre, in aggiunta a quello del Padre se tra i coniugi sussiste accordo. Ora dunque, le coppie che lo desiderano potranno chiedere all’Ufficiale dello Stato Civile di attribuire al proprio figlio anche il cognome della madre in aggiunta a quello del padre. In Parlamento la questione è dibattuta – senza fortune – da oltre dieci anni, anche perchè l’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo che ha ritenuto l’inesistenza di una deroga all’automatica attribuzione del cognome paterno, certamente “discriminatoria verso le donne” oltrechè violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Da due anni la proposta di Legge che introduce il doppio cognome nell’Ordinamento Italiano è ferma al Senato. L’Aula di Montecitorio l’approvò nel settembre 2014 dopo molteplici divergenze tra le Forze Politiche che imposero il voto segreto. In sintesi: la proposta di Legge dà ai Genitori piena libertà di scelta; il figlio potrà avere il cognome del Padre, della Madre o di Entrambi, in caso di accordo dei genitori stessi. Se ciò (l’accordo) viene meno, il figlio avrà il cognome di entrambi in ordine alfabetico. Stessa regola per i figli nati fuori dal Matrimonio, ma naturalmente riconosciuti dai due genitori. Ora che la Corte ha deciso, la politica può solo rincorrere:” L’approvazione della Legge – già “licenziata” dalla Camera dei Deputati – diventerà una priorità come promesso dal Vice- Presidente del Senato ValeriaFedeli raggiunta telefonicamente.

Ellera Ferrante di Ruffana