Kabumbu, pallone
Padre Oliviero Ferro*
Basta poco per divertirsi. E poi, con un po’ di fantasia, ti sembra di giocare la finale del campionato del mondo. Un po’ di stracci, legati insieme, e via comincia la partita. Le porte sono due pietre o, spesso, la cartella della scuola. In mezzo a un polverone, due squadre si sfidano, senza esclusione di colpi. E’ bello vederli giocare, nelle nuvole di polvere. Si divertono un sacco. Ma se poi gli dai un pallone vero, anche se di plastica, sono ancora più contenti. C’è sempre il rischio che si buchi. Avevamo anche organizzato nel campetto della parrocchia tante partite. Tra papà e figli, tra mamme e figlie (questa poi era veramente animata). Insomma dei bei tornei che richiamavano tante persone intorno al campo. A volte, come dappertutto, c’erano delle discussioni abbastanza animate tra giocatori e con l’arbitro, ma sono cose normali. L’importante è divertirsi e dimenticare, almeno per un momento, i tanti problemi della giornata. Soprattutto la domenica, quanta gente veniva, anche da lontano. Nella stagione secca, ci si riempiva di polvere e in quella delle piogge…beh, di fango. Ma l’importante era giocare e divertirsi e ci riuscivano.
* missionario saveriano