Salerno: Comune divorzia da Daneco…cittadini pagano conseguenze
Il divorzio tra il Comune di Salerno e la Daneco Impianti era nell’aria da tempo; esso si è perfezionato lo scorso 17 novembre attraverso la pubblicazione di una determina che unilateralmente chiude ogni rapporto tra l’Ente e la ditta. In questa separazione a pagarne le conseguenze, come generalmente accade, sono i figli, qui meglio noti come i cittadini salernitani che, ignari di quanto accade nelle stanze del potere, continuano a pagare “bollette” di spazzatura salatissime nonostante una raccolta differenziata troppo spesso elogiata, quale fiore all’occhiello di questa città, dall’ex primo cittadino, ora governatore della Campania. Infatti il matrimonio celebrato nel 2010 (tra Comune e ATI, di cui faceva parte Daneco Impianti), attraverso la stipula di un contratto per la gestione dell’impianto di compostaggio della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, sarebbe dovuto essere un trampolino di lancio per un’autogestione da parte dell’Ente previa un’attività di formazione al proprio personale. Il Comune di Salerno decide poi nel 2013 di continuare questo rapporto esclusivamente con la ditta Daneco Impianti senza preoccuparsi minimamente del mancato rispetto delle clausole stabilite precedentemente che avevano previsto una gestione dell’impianto in autonomia. Per questo ATI si era impegnata, nel contratto del 2010 con cui gli veniva affidata la gestione biennale dell’impianto, alla formazione di personale del Comune di Salerno entro la scadenza, affinché quest’ultimo fosse in grado di proseguirne la gestione. Se il Comune oggi non è in grado di gestire l’impianto, vuol dire che quel contratto non fu onorato. Una prerogativa, questa, che se fosse stata rispettata avrebbe portato, senza ombra di dubbio, un sensibile aumento di redditività sul territorio salernitano. Anche l’Autorità anticorruzione si era espressa, non molto tempo fa, in merito alle presunte irregolarità sia di carattere ambientale che patrimoniale, puntando il dito contro il Comune, la Daneco e la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti, ovvero Salerno Pulita. Sembrerebbe che le considerazioni dell’ANAC abbiano scosso, con estremo ritardo, le coscienze di coloro che si dovrebbero occupare del controllo di questa gestione, tant’è vero che la Regione Campania il 4 ottobre u.s. trasmetteva il decreto dirigenziale n. 158 inerente il provvedimento di revoca dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla ditta Daneco Impianti s.p.a.. Con questo atto la Regione Campania trasferisce l’autorizzazione al Comune di Salerno e stabilisce un periodo di quarantacinque giorni, per il passaggio delle consegne, prima che il Comune stesso potesse affidare nuovamente l’appalto di gestione. Un evento che non avrebbe suscitato grossi sussulti a questa amministrazione. Essa, infatti, era ben a conoscenza della cattiva gestione dell’impianto; tant’è vero che si era già espressa in passato con delibere di Giunta e di Consiglio avallando spese aggiuntive per il Comune che coprissero lo smaltimento necessario per la sovrapproduzione di eccessivi di sovvalli e percolato. Una pessima situazione che il Comune avrebbe già dovuto far risolvere da tempo senza ulteriori costi per i cittadini salernitani. Ed è proprio la colpa in capo agli amministratori del Comune di Salerno, per questa scellerata conduzione del rapporto con la Daneco Impianti, che oggi decreta questo paradosso in cui, al pari dei topi che fuggono da una nave che affonda, così ognuno cerca di scappare dalle uscite di sicurezza prima dell’inizio della pioggia di avvisi di garanzia che intravediamo all’orizzonte. Così, tornando al divorzio, ecco che il Comune decide oggi di scaricare la Daneco Impianti riconoscendo formalmente la pessima gestione in questi ultimi sei anni, durante i quali noi cittadini, ignari di quanto accadeva, abbiamo pagato senza proferir parola. Oggi, però, è il momento di dire basta e di rimarcare la necessità di far pagare a chi, in questi anni, avrebbe dovuto controllare e non l’ha fatto. Non è pensabile che, ancora una volta, l’amministrazione pubblica sperperi il denaro dei cittadini e chi sbaglia non pagherà mai per le sue colpe. Prima di procedere a nuovi appalti, il Comune ha provveduto a far formare i suoi dipendenti nella gestione dell’impianto di compostaggio, così come previsto dal contratto stipulato con ATI nel 2010? Per questo continueremo a sensibilizzare i cittadini, affinché siano vigili sulla spesa pubblica, e a sollecitare gli organi di vigilanza e controllo affinché intervengano tempestivamente per evitare ulteriori sprechi.
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