Editoriale capo Polizia Direttore generale Pubblica Sicurezza prefetto Franco Gabrielli
“Ormai da qualche anno la Polizia di Stato ha abbracciato una precisa scelta editoriale con la velata ambizione di racchiudere in un calendario la “straordinaria ordinarietà” del quotidiano impegno dei nostri operatori. Raccontare, dunque, in “12 scatti” il significato della nostra presenza tra la gente, attraverso lo sguardo e la sensibilità di grandi fotografi capaci di raccontare con voce personale la complessità del nostro tempo. Per il calendario del 2017 il progetto ha avuto l’opportunità di avvalersi del contributo di Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea, il quale, forse più di ogni altro, ha saputo descrivere il nostro Paese e documentarne il cambiamento. Consentitemi qui di aprire una breve parentesi personale. Sono da sempre un estimatore dell’opera di Berengo Gardin, di quel suo porsi con un atteggiamento di ascolto partecipe di fronte alla realtà, riproducendone la complessità con tutte le sfumature del bianco e nero. Eppure ho avuto la possibilità di incontrarlo, per la prima volta solo di recente, all’indomani della nomina a Capo della Polizia nel mio ufficio al Viminale. Nello stesso periodo, a poca distanza, il Palazzo delle Esposizioni ospitava una sua vasta retrospettiva il cui titolo “Vera Fotografia” sottolineava uno dei tratti fondamentali del maestro: quello di ritrarre la realtà senza mai intervenire sulla pellicola con manipolazioni in post-produzione. Nel corso di quella conversazione il maestro mi manifestò alcune perplessità sulla sua partecipazione al progetto sostenendo che altri professionisti, meglio di lui, avrebbero potuto realizzare il calendario della Polizia di Stato. Ho il sospetto che, alla base di quel timore, vi fosse anche la celata preoccupazione di ricevere istanze dalla committenza lontane dalle sue corde.Credo che la nostra sia pur breve conversazione e forse ancor di più le giornate trascorse con i nostri operatori, la possibilità di conoscerne le storie, di accompagnarli nel loro lavoro quotidiano, abbiano dissolto quelle iniziali perplessità. Questo mi dà il pretesto di introdurre alcuni temi a me più cari, quello della conoscenza reciproca per il superamento dei sospetti, della “contaminazione” quale valore aggiunto che, spero, possano costituire il filo conduttore di futuri progetti. L’esito di tali incontri è sintetizzato nelle fotografie che formano questo calendario, tutte ispirate al comandamento della “Vera Fotografia”. Un reportage capace di immortalare in 12 scatti una straordinaria “Vera Umanità” composta da uomini e donne della Polizia di Stato che pongono la loro vita al servizio della collettività. Spero che apprezzerete, come me, questo calendario, con l’auspicio che le donne e gli uomini ivi ritratti possano accompagnarvi, discreti compagni di viaggio, in quello che vi auguro sia un magnifico 2017.”