“Se vincesse il No….”

Sta già cambiando l’ assetto Politico/Economico Internazionale con la recente elezione del 45° Presidente degli Stati Uniti d’ America Donald Trump o d’ inverso con l’ “inaspettata sconfitta” di Hillary Clinton. In Italia, peraltro sotto gli occhi critici e rigorosi degli altri Stati Europei e no, cosa succederebbe se domenica 4  dicembre 2016 invece, vincesse il No!? Renzi si dimetterebbe?  Il Presidente della Repubblica Mattarella scioglierebbe le Camere? Con quale Legge Elettorale si voterebbe? Insomma una profonda incertezza regna su questo meraviglioso Paese che è l’ Italia ridotto “a sabbie mobili”. Certamente fino a qualche mese fa, sarebbe apparsa un’ ipotesi impossibile; successivamente le situazioni sono un po’ cambiate, i sondaggi rivelano oggi una corsa incerta ed è proprio su scenari del No che ipotizzano e sentenziano le Cancellerie di mezzo mondo. Esulando comunque da “Wall Street Journal” e “Financial Times” – sarebbe più grave di Prexit –  Angela Merkel – Renzi unico interlocutore possibile – e pure l’ Ambasciatore USA in Italia John R. Philips – niente più investimenti in quanto dopo Brexit l’ Europa non può permettersi un altro choc. E  dunque, allora? Passaggio inevitabile. “Renzi a casa” come urlano tanti a giusta ragione e qualcun altro è più cauto evidentemente per meglio tutelare “furbescamente” i propri interessi fino a risultati confermati. Berlusconi è convinto che in caso della vittoria del SI sarebbe escluso completamente dalla partita e che il leader premier non resisterebbe alla tentazione di andare ad Elezioni anticipate e che queste, grazie all’ Italicum regalerebbero Palazzo Chigi ai 5 Stelle. Ed allora che vinca il No, ma senza strafare e senza scalzare Renzi: un No plebiscitario gonfierebbe le vele di Grillini e Leghisti, insomma “cose italiane”. Da non trascurare poi la minoranza Pd frastagliata come non mai.  Per alcuni infatti, la vittoria del SI equivarrebbe ad una svolta autoritaria, per altri sarebbe solo un’ occasione mancata pur  rimanendo in tutti la convinzione di finire definitivamente asfaltati. Questo comune senso del destino, non basta s tenerli uniti anzi. D’ Alema che non vede concorde neppure Bersani, ma  regista del comitati per il No, immagina di mandare a casa Renzi e con lui il partito della nazione. Non ci resta che andare a votare “tutti” e stare a vedere, escludendo “da veri ingenui e suonatori di mandolino” presumibili brogli sempre “indecentemente” in agguato.

Ellera Ferrante di Ruffana