Angeli cuochi a Natale
Nella religione cristiana è uso prepararsi a feste solenni con penitenze, fioretti ed altre devozioni. Ma quando è il giorno della festa allora si che cessano penitenze e fioretti e si può ben mangiare. Nel refettorio della chiesa francescana di S.Maria di Gesù a Palermo è possibile vedere un singolare affresco: due angeli bianchi porgono ad un frate nero vivande che frettolosamente stanno preparando. E’ di un autore ignoto del Seicento che volle che nei secoli fosse ricordato ciò che avvenne il giorno di Natale di un anno che va dal 1577 al 1584 in quel refettorio. In questi anni fu Grande Inquisitore del regno di Sicilia don Diego de Haedo, un dotto prete spagnolo. Siamo nei primi anni della Controriforma e la << cattolicissima Spagna >> inviava nei suoi possedimenti ( la Sicilia era alla fine del Cinquecento un viceregno spagnolo) dotti preti Inquisitori. Diego de Haedo sarà poi arcivescovo di Agrigento dal 1585 al 1589 e poi dal 1589 al 1608, anno della sua morte, arcivescovo di Palermo. Era, nonostante la carica che ricopriva ce lo potrebbe far immaginare come un uomo severo, un buon prete, molto devoto. In uno degli anni in cui fu Inquisitore volle trascorrere il giorno di Natale con i frati della chiesa di S.Maria di Gesù di Palermo. Dopo aver celebrato Messa insieme ai frati volle trattenersi a pranzo con loro. Il cuoco del convento era fra Benedetto il moro, detto così perchè era un africano a tutti gli effetti. I suoi genitori – probabilmente etiopici – erano stati comprati come schiavi da un possidente siciliano. La schiavitù, sebbene condannata dal papa Paolo III e dall’imperatore Carlo V, era praticata. Gli schiavi comprati dagli europei non erano però maltrattati come i neri che venivano comprati dai proprietari di piantagioni in America. La madre quand’era stata comprata era incinta di lui perchè Benedetto nacque in Sicilia. Desideroso in gioventù di farsi religioso era stato accolto dai frati francescani di Palermo che gli avevano affidato il compito di cuoco del convento. La mattina di quel Natale Benedetto trattenutosi a lungo in chiesa in orazione aveva dimenticato di preparare il pranzo per i suoi confratelli e per il Grande Inquisitore. Si recò in cucina troppo tardi. I suoi confratelli preoccupati perchè non arrivavano piatti sui tavoli a cui erano seduti si affacciarono in cucina per scoprire il motivo del ritardo. Stavano facendo brutta figura col Grande Inquisitore. Grande fu la loro meraviglia nel vedere che due giovanetti stavano velocemente preparando il pranzo e stavano consegnando i piatti a fra Benedetto perchè li portasse ai tavoli. Il superiore del convento desiderava sapere chi erano quei giovanetti, com’erano entrati nel convento, chi aveva loro insegnato a cucinare. << Vi prego, ritornate ai tavoli che le portate sono pronte >> disse fra Benedetto e fu ascoltato. Alla fine del pranzo dissero tutti che mai a Natale avevano mangiato così bene. Fra Benedetto confessò che quei giovinetti erano angeli che Dio aveva mandato in suo aiuto. Benedetto morì nel 1589. Veneratissimo in vita e subito dopo la sua morte fu beatificato nel 1743 e canonizzato nel 1807. Nel processo di beatificazione questo miracolo dai frati ed anche dal Grande Inquisitore che vide anche lui i giovani cuochi fu testimoniato. Fu riportato insieme a tanti altri miracoli di fra Benedetto il moro. San Benedetto – lo possiamo ormai chiamare così – è festeggiatissimo a Palermo di cui è protettore insieme a S.Rosalia. Il suo corpo incorrotto è nella chiesa di S.Maria di Gesù di Palermo, in un’ urna di vetro davanti alla quale i siciliani chiedono continue grazie.
Antonio Adinolfi