Rivalsa di Giacomo Puccini alla Scala di Milano per trionfo Butterfly
Madama Butterfly ha conquistato la Scala di Milano per il trionfo di Chailly, con l’opera fischiata e contestata nel 1904. Applausi per ben tredici minuti. La grandiosa messa in scena della “Madama Butterfly” è stata veramente un trionfo che il Sindaco Giuseppe Sala ha definitivamente suggellato come “opera strepitosa, soprattutto il secondo atto. Il meglio che potessimo aspettarci”. Roberto Bolle, etoile del balletto, invece, ha commentato dicendo di “un’opera bella ed emozionante, vera e cruda nel raccontare il colonialismo”. Se nell’aldilà sono arrivati i plausi per tanto trionfo, è certo che il Maestro Puccini sia ancora esultante, festeggiando la propria rivalsa. La Madama Butterfly, infatti, ha trionfato nella medesima versione che 112 anni addietro – il 17 febbraio 1904 – era stata inesorabilmente “stroncata” dal pubblico meneghino, tanto da essere considerata uno dei “fiaschi” più clamorosi, a memoria nella storia del teatro d’opera. Puccini allora era già un compositore di grande successo ed il debutto della sua “nuova creatura” alla Scala doveva rappresentare la consacrazione definitiva. Dal “loggione” invece e dalla sala arrivarono solo fischi, risate irriverenti, sberleffi d’ogni genere, ironiche richieste di bis persino con oltraggiosi versi di animali: insomma, un vero e proprio linciaggio. Puccini allora commentò quella disfatta affermando che la sua Butterfly era l’opera più sentita e più suggestiva che avesse concepito, certo della rivincita. Dopo tre mesi infatti, quando la ripresentò a Brescia, dopo aver operato modifiche e tagli, aggiunte e, soprattutto, la divisione del secondo atto in due parti, fino ad arrivare all’edizione più o meno definiva che si è soliti rappresentare ed ascoltare, fu un grande successo. A Milano però era indispensabile un “apostolo pucciniano” come Riccardo Cailli, ben un secolo dopo, per andare a ripescare dagli archivi quella lontana prima versione, e riproporla per la serata inaugurale nel Teatro che l’aveva gravemente rigettata. Altro che rivincita per Puccini. Il Maestro Cailli, star della serata, ha curato l’esecuzione con lo stesso slancio e dedizione con cui si è dedicato alla “missione” di realizzare la prima versione dell’opera pucciniana, ottenendo piena adesione dalla Magnifica Orchestra, dal coro e dal cast vocale. Inutile dire che tutti sono stati all’altezza del proprio compito, dall’intensa Cio – Cio – San di Maria Josè Siri – debuttante nel ruolo del titolo – allo squillante Pinkerton di Bryan Hymel, allo Sharpless di Carlos Alvarez, alla Suzuki di Anna Lisa Stroppa, fino agli ottimi comprimari. Di segno tradizionale lo spettacolo con la regia di Alvis Hermanis, scene funzionali dello stesso e di Leila Fteita, suggestive luci di Gleb Filshtinsky, eleganti costumi di Kristine Juriane. Il successo della serata, peraltro, non è stato turbato da alcuna presenza o contestazione da parte dei centri sociali. Mancavano comunque il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il Presidente del Senato Pietro Grasso, entrambi trattenuti in Roma dalla crisi di Governo. Grande il maestro Chailli con il Direttore del Teatro Alessandro Pereira che hanno fatto trionfare un grande musicista italiano.
Ellera Ferrante di Ruffana