Regione Campania: trasparenza, M5S “Pd in Commissione boicotta lavori fondo dirigenti”

 “Dopo cinque mesi di lavoro della Commissione Trasparenza sulle criticità relative al fondo accessorio per le retribuzioni dei dirigenti della Giunta regionale, che ammonta a oltre 18 milioni di euro, oggi la Commissione Trasparenza si è riunita per esaminare una proposta di risoluzione che affrontava i punti ancora critici nell’erogazione delle cospicue indennità dei dirigenti della Giunta regionale”. Lo dice in una nota il presidente della Commissione Trasparenza Valeria Ciarambino, con riferimento alla riunione di Commissione odierna che si è occupata del fondo accessorio dei dirigenti. “Il lavoro della Commissione ha consentito di portare alla luce l’assurda sproporzione di un fondo commisurato su 350 ipotetici dirigenti, ma di fatto ripartito tra soli 204 dirigenti effettivi, con retribuzioni abnormi” – continua il presidente – “Voglio ricordare che nella legge di Stabilità, anche grazie al lavoro della Commissione Trasparenza, si è provveduto a ridurre il fondo, ma restano da risolvere altri problemi sulle indennità di posizione e di risultato”. “Ad esempio, contrariamente a quanto stabiliscono la legge e l’ordinamento regionale che prevedono di ‘pesare’ le singole posizioni in base alla rilevanza – sottolinea Ciarambino – un qualunque dirigente di una qualunque unità operativa dirigenziale percepisce circa 46 mila euro di indennità di posizione all’anno, anche se magari ha un ruolo all’interno dell’amministrazione non di rilievo”. “Discorso simile per l’indennità di risultato – aggiunge Ciarambino – laddove i premi vengono erogati senza che la Giunta abbia predisposto il piano delle performance, in base a cui individuare gli obiettivi da assegnare a ciascun dirigente, e senza che l’Organismo Indipendente di Valutazione, previsto dalla legge, abbia potuto garantire trasparenza e integrità dei sistemi di valutazione. Tutto è ancora affidato a un Nucleo di valutazione interno, costituito dagli stessi dirigenti della Giunta, rispetto al quale sorgono dubbi in ordine al possesso della necessaria autonomia funzionale e imparzialità. Un meccanismo che crea nei fatti un conflitto d’interesse”. “Questi temi importantissimi sono stati posti all’attenzione della Commissione, con una proposta di risoluzione – fa sapere il presidente della Commissione – e al riguardo spiace dover segnalare che i componenti del Pd, invece di votare la risoluzione, che stimolava il governo regionale ad intervenire sui temi anzidetti, hanno tentato di annacquare i lavori, proponendo una semplice raccomandazione alla Giunta in luogo della risoluzione, e minacciando di lasciare la Commissione e far venire meno il numero legale. “Come se fosse un fatto normale che in 5 anni l’ordinamento regionale oltre che la legge nazionale – fa notare Ciarambino – siano rimasti inattuati e si possa aspettare ancora del tempo”. “Alla fine i membri del Pd hanno abbandonato la seduta – spiega Ciarambino, stigmatizzando il comportamento dei consiglieri Marciano e Fiola – buttando all’aria irresponsabilmente il difficile lavoro di questi mesi e lasciando di fatto la spesa di quei fondi pubblici nella confusione e nell’assoluta mancanza di trasparenza. Tutto ciò accadeva sotto lo sguardo dispiaciuto dell’assessore regionale al Lavoro Palmeri”. “L’atteggiamento di ricatto a cui oggi abbiamo assistito da parte del Pd è inaccettabile – attacca – e lo dico da presidente di un organismo istituzionale che ha delle funzioni delicatissime attribuitegli dal Consiglio regionale, tra cui proprio il controllo sulle attività della stessa Giunta oltre che sull’utilizzo dei fondi pubblici”. “Se il Pd pensa di fare ostruzionismo ai lavori della Commissione Trasparenza – avvisa Ciarambino – oppure di svilirne il ruolo, sappiano che ciò non sarà consentito. Non rinunceremo ad esercitare le funzioni per le quali la stessa Commissione è stata istituita e lo faremo con sempre maggior rigore”. “Nonostante l’abbandono della Commissione da parte del Pd – conclude Ciarambino – come presidente ho trasformato la risoluzione in un documento sottoscritto dagli altri consiglieri-membri, che sarà trasmesso alla Giunta regionale”.