Donald Trump detta la linea!
E’ il caso, però, di rimettersi alacremente al lavoro a Bruxelles (ed eventualmente a Strasburgo) per arginare il ciclone Trump. Il nuovo Presidente degli Stati Uniti, infatti, dal prossimo 20 gennaio (fra due giorni) detterà la sua ricetta che assegna al “resto del mondo”, Europa compresa, un posto da semplice spettatore al cospetto degli Stati Uniti impegnati a tradurre in pratica i dettami del protezionismo assoluto (tutte le aziende che intendono vendere negli Stati USA devono produrre in loco i loro prodotti, pena pesanti dazi all’entrata).
La Commissione europea avverte l’Italia che “misure di bilancio aggiuntive pari a uno sforzo strutturale di almeno lo 0,2% del pil potrebbero essere necessarie per ridurre il divario per il pieno rispetto nel 2017” degli impegni di riduzione del debito previsti dal Patto di stabilità e crescita. In pratica – fa intendere l’autorità di Bruxelles – si può evitare l’apertura di una procedura per deficit eccessivo, sulla base dei dati del 2015, con una manovra finanziaria di circa 3,4 miliardi. Che saranno mai 3,4 miliardi di euro da correggere? L’Italia “amministra” un debito pubblico pari a 2.230 miliardi di euro (siamo numero uno in Europa ed ai primi posti nel mondo) e sicuramente troverà il modo e i tempi per la lieve correzione da 3,4 miliardi! Basterà sostenere – tanto per dirne una – che dei 20 miliardi di spesa programmati con decreto del 23 dicembre 2016 per “salvare banche e risparmio” ne saranno impegnati solamente 16,6 miliardi (20 meno 3,4): dovrebbero bastare per rimettere in salute il Monte dei Paschi di Siena e qualche altra banca bisognosa di supporto! L’Italia in questo modo farà un figurone dimostrando, dati alla mano, di riuscire quando serve anche a limitare le sue uscite programmate. E poi, vuoi che a Bruxelles, ci facciano uno sgarbo per una lieve rettifica da 3,4 miliardi di euro dopo che abbiamo regalato un nuovo, fresco presidente italiano al Consiglio Europeo/Europarlamento nelle vesti di Antonio Tajani? Ovviamente le relative elezioni si sono svolte a Strasburgo (Francia) e non a Bruxelles (Belgio). Tanto per non annoiare gli europarlamentari sempre allo stesso posto e per non portare allo sconforto tutto il personale della sede aggiuntiva di Strasburgo per le lunghe pause tra una seduta e l’altra! Gli enormi costi aggiuntivi (compresi i TIR che da sempre fanno la spola tra Bruxelles e Strasburgo per trasportare faldoni di carte e masserizie tra le due “sedi di lavoro”) a questo punto sono un dettaglio, come i notevoli costi sostenuti per realizzare la nuova, pittoresca sede della Banca Centrale Europea a Francoforte! E’ il caso, però, di rimettersi alacremente al lavoro a Bruxelles (ed eventualmente a Strasburgo) per arginare il ciclone Trump. Il nuovo Presidente degli Stati Uniti, infatti, dal prossimo 20 gennaio (fra due giorni) detterà la sua ricetta che assegna al “resto del mondo”, Europa compresa, un posto da semplice spettatore al cospetto degli Stati Uniti impegnati a tradurre in pratica i dettami del protezionismo assoluto (tutte le aziende che intendono vendere negli Stati USA devono produrre in loco i loro prodotti, pena pesanti dazi all’entrata). Appare poco probabile, d’altro canto, che Donald Trump mediti a sufficienza sulle parole del Presidente della Repubblica cinese Xi Jinping, pronunciate a Davos, in occasione del World Economic Forum, tuttora in corso: “Dobbiamo dire no al protezionismo. Perseguire il protezionismo è come chiudersi dentro una stanza buia. Vento e pioggia possono pure restare fuori, ma resteranno fuori anche la luce e l’aria. Nessuno uscirebbe vincitore da una guerra commerciale”. Ma si sa, gli eventi contingenti sovente inducono a percorrere strade insolite ed inaspettate! Questo accade a livello familiare ed anche a livello di Stati Sovrani! Tra i tanti personaggi della storia, il buon Napoleone Bonaparte avrebbe molto da insegnare a proposito, ripensando in particolare alla sua sfortunata campagna di Russia del 1812!
Sàntolo Cannavale