Pietrelcina: incontro regionale Gruppi di Preghiera Padre Pio sulle Beatitudini
Michele Gagliarde
Si è svolto ieri nella Chiesa Conventuale della “Sacra Famiglia” di Pietrelcina il primo incontro di preghiera mensile del 2017 organizzato dal Centro Regionale Campania dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio. Sotto la guida del coordinatore regionale Fra Enzo Gaudio, il popolo dei devoti del Santo, arricchito dalla presenza non solo dei tanti Gruppi campani – in particolar modo grande è stata la partecipazione dei Gruppi di Napoli e di Avellino- ma anche di alcuni provenienti da fuori regione -particolarmente numeroso il Gruppo pugliese di Cerignola- si è riunito in una chiesa gremita che tra Rosario meditato, Adorazione e Santa Messa si è posta, attraverso l’intercessione di San Pio, sotto lo sguardo di Dio per nutrirsi della Sua Parola. Il tema centrale della giornata, le Beatitudini evangeliche, è stato introdotto da Fra Enzo Gaudio attraverso la straordinaria presenza dei bambini della comunità parrocchiale pietrelcinese che, assiepati intorno al Santissimo, si sono fermati in ginocchio dinanzi a Gesù in un momento di fervida orazione e intensa commozione per tutti i fedeli presenti. È stato Gesù stesso -ha sottolineato Fra Enzo Gaudio- a porre dinanzi agli occhi dei discepoli i bambini come esempio perfetto delle Beatitudini, quando dice loro “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Grazie alla loro spontanea semplicità, infatti, essi sono in grado di contemplare con stupore il Mistero mediante uno sguardo privo di filtri, penetrando più in profondità nel messaggio di Cristo per viverlo in pienezza e riuscire così anche a far schiudere con una facilità maggiore il cuore di Dio Padre. Dinanzi ai bambini gli adulti sono chiamati a fare un esame di coscienza per valutare ciò che manca loro per raggiungere la perfezione evangelica e riscoprire quanta ricchezza spirituale essi hanno perduto. Soprattutto i genitori sono chiamati a dare ai bambini l’esempio di una vita cristiana vissuta all’ombra all’Altissimo non tanto a parole quanto con le azioni, tenendo sempre fisso dinanzi a sé il monito di Gesù: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa una macina da asino al collo e fosse gettato negli abissi del mare”. Le otto Beatitudini pronunciate da Gesù sul monte non sono nient’altro che un programma per farsi piccoli e comprendere che la vera beatitudine non consiste nel farsi grandi attraverso la ricchezza, il successo o l’appagamento delle proprie passioni, ma nell’essere testimoni della gioia che scaturisce dall’essere figli di un Padre che ama a partire dal basso: dai poveri in spirito, quelli che piangono, i miti, quelli che vogliono la giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati. Un programma che San Pio ha seguito alla lettera: diceva infatti di sé stesso di essere nient’altro che un “umile frate che prega”, addossandosi ogni giorno i peccati e sofferenze dei fratelli mediante il ministero della Riconciliazione e attraverso l’offerta sull’altare, resa ancor più concreta dalla presenza viva sul Suo corpo dei segni della Passione. Al termine della celebrazione, infatti, i fedeli hanno potuto ammirare da vicino e baciare una reliquia del frate stigmatizzato, consistente in un grande pezzo di stoffa che il Padre poggiava sulla ferita del costato, ferita che – scrive San Pio in una delle lettere a Padre Benedetto, Suo direttore spirituale -“gitta assiduamente sangue, specie dal giovedì sera fino al sabato”. Essa è una testimonianza concreta della vita sofferta e offerta di questo “Santo di tutti”, quasi un segno vivo della Sua presenza in mezzo ai figli spirituali che, ogni ultimo sabato del mese, si ritrovano nella terra natale del Padre tanto amato per stringersi insieme a Lui intorno all’Eucarestia, indicibile Mistero d’Amore. Foto Silvana Paoletti