Fermare la modernità?
Giuseppe Lembo
Bauman fino all’ultimo suo giorno di vita dialogando sociologicamente con il mondo, ha evidenziato la sua preoccupazione di scienziato sociale, per l’impossibilità a fermare la modernità e altrettanto assoluta impossibilità globale della sopravvivenza del mondo ricco in conflitto sempre più ravvicinato con il mondo dei disperati della Terra alla ricerca di una società-mondo e della saggezza umana non sempre concretamente disponibile dall’Io che sa diventare Noi. Da qui il grande sogno sociologico di una grande rete umana del welfare solidale dalle dimensioni mondiali, con un’umanità del fare disponibile verso gli altri della Terra, riducendo così, saggiamente le distanze tra chi ha e chi non ha; tra la ricchezza senza limiti e quel mondo della povertà dal diritto negato alla vita, per il grave e tanto oscuro male, della fame che ancora uccide, colpendo prima di tutto e soprattutto, i bambini ed i più deboli della Terra che ancora muoiono di fame, maledicendo il giorno in cui sono venuti al mondo per soffrire le pene dell’inferno terreno. Bauman, con una forte preoccupazione dentro di sé, era allarmato sul futuro del mondo; tanto, per effetto dei processi di globalizzazione in atto, causa maledetta della crescita delle differenze tra i ricchi ed i poveri del mondo, con il comune e sempre più crescente nemico della disoccupazione che considerava il volto oscuro e maledetto della modernità. Per Bauman niente e nessuno può fermare il movimento dei migranti di quelli che purtroppo sono sempre più visti come rifiuti umani. Che fare? Bauman, riprendendo in mano un saggio di Freud del 1929, fa sua la tesi freudiana della felicità umana, in cambio di sicurezza. È da qui che nasce il suo salvifico pensiero della grande rete di umanità condivisa per un solidale welfare mondiale, assolutamente necessario dice Bauman, per riequilibrare lo squilibrio di un mondo in cammino, dove i “rifiuti umani”, rivendicano a buon diritto, il diritto alla vita, purtroppo negato da chi vuole conservarsi egoisticamente privilegi e ricchezza. È da qui che Bauman, grande e saggio maestro di un nuovo umanesimo, dà inizio alla sua idea-progetto sociologicamente saggia, di una rete solidale di welfare mondiale, a garanzia della vita negata degli ultimi che non vogliono morire per mano degli egoismi umani ancora ferocemente contro. Il welfare mondiale è un’assoluta necessità del nostro tempo; se non si dà corso al grande testamento del pensiero umano e sociologico lasciatoci in eredità da Bauman, per l’uomo della Terra, nel violento rapporto ricchezza-povertà e soprattutto nel rapporto ricchi senza freni attenti a concentrare la ricchezza nelle mani dei soli pochi, contro il diritto umano alla vita del mondo disperatamente crescente dei tanti in diffusa povertà mondiale, nel prossimo futuro del mondo ci sarà un feroce disastro umanitario, con uno scontro violento del mondo dei ricchi abbarbicato egoisticamente ai privilegi della loro ricchezza contro i poveri che, nel rivendicare il diritto alla vita, non vogliono assolutamente morire di povertà e soprattutto di fame. La saggia soluzione al problema è in quel welfare mondiale che per lungo tempo ha impegnato nella sua vita saggia e giusta, il sociologo Bauman, teorizzatore di un’umanità dal volto umano; si tratta di una via obbligata ed assolutamente necessaria per salvare il futuro del mondo da una catastrofe dalla quale non si salva nessuno; dico nessuno. Anche in Italia un esempio di saggio welfare umano ci viene dalla famiglia Olivetti, con Adriano Olivetti che, sulla traccia di Mounier, elaborò un modello di comunità ed un attivo movimento dagli aspetti sociali della vita aziendale, con alla base un meccanismo di rappresentanza a misura d’uomo; tanto, con un nuovo umanesimo del fare, fortemente basato sui valori individuali e collettivi. Quello di Adriano Olivetti, come pensiero del fare, con il suo modello di “Movimento” e di “Comunità”, è un buon riferimento per costruire insieme, così com’è assolutamente necessario, la grande strada maestra, per un nuovo futuro umanitario del mondo. Si tratta di un percorso di futuro oltre che possibile assolutamente necessario; tanto, per superare il disagio sociale, affrontato sociologicamente da Bauman nei suoi aspetti disumanamente gravi di società sempre più individualizzata e sempre meno solidale. Siamo ormai e sempre più ad un pensiero unico che non è assolutamente facile dismettere e/o cancellare, sostituendone il corso con il welfare mondiale sociologicamente teorizzato da Bauman, portatore di grandi valori umanitari e prima di tutto di PACE umana e sociale, restituendo, così facendo, all’uomo quell’insieme negato, causa di una triste condizione di solitudine e di una sempre più crescente indifferenza umana dell’uomo della Terra, pur trattandosi di umanità con caratteristiche uniche, divise dal solo e dannato egoismo umano, espressione del tragico e sempre più aggressivo binomio ricchezza-povertà. I ricchi meno ricchi e più solidali dovranno essere capaci di diventare i nuovi protagonisti del mondo; di un mondo saggio, con al primo posto il diritto alla vita, il primo e grande diritto di una civiltà umana universalmente intesa. Così facendo, un mondo veramente nuovo, dando ragione a Bauman, potrà affrontare e quindi risolvere quel dannato individualismo che tanto ha preoccupato Bauman sociologo del mondo, teorizzatore intelligente di un mondo veramente nuovo, con alla base quel welfare mondiale assolutamente necessario, ma non poco ostacolato dagli egoismi del mondo della ricchezza, purtroppo indifferente al mondo dei poveri; tanto, anche a costo di una conflittualità crescente che non risparmia niente e nessuno del mondo. Bauman positivamente ha tracciato sociologicamente il percorso d’insieme umano con alla base gli obiettivi comuni, anche e soprattutto, per le necessità crescenti di una sopravvivenza umana a grave rischio diffusamente globale.