Salerno: YOUNG, rassegna teatrale Le Nuvole con “Voglio la luna”
In un’atmosfera soffusa, sospesa fra realtà e fantasia, si muove Fabio alle prese con la fine di una giornata come tante altre fatta di giochi, certo, ma anche di comandi, raccomandazioni e rimproveri della mamma. Sarà per questo che non si sente per niente tranquillo, come se le cose non andassero mai come vorrebbe lui, senza poter far nulla per cambiarle. Ma la notte nella quale lo incontriamo accade qualcosa di inimmaginabile: nella sua stanza viene a trovarlo la luna! E’ bellissima, grande, luminosa. Giocano insieme a lungo ma poi lei, così come è arrivata, scompare. Fabio non è d’accordo, decide che vuole averla a tutti i costi solo per sé e parte per una fantastica avventura per portarla in camera sua… per sempre?! Già finalista del Premio Scenario Infanzia 2010 lo spettacolo – come riferito nella motivazione del premio EOLO AWARDS 2013 – è “un’originale creazione tutta costruita sul rapporto tra un bambino ed il suo attaccamento verso la luna, un rapporto così forte che lo porta a cercarla e a catturarla per poi rendersi conto che la luna è un patrimonio comune e che non può essere appannaggio di nessuno. In un ambiente semplicissimo dove il teatro di figura contrassegna i momenti salienti della storia, Fabio Spadoni, attore affetto dalla sindrome di Down, è un convincente tenerissimo bambino che in sintonia con la narrazione e la fisarmonica di Simone Guerro restituisce agli spettatori tutte le suggestioni di una storia poeticamente sensibile. Un esempio da manuale di come il teatro possa muoversi, scansandone i pericoli, sull’arduo, intricato terreno della diversità”. Accanto all’interpretazione del protagonista nello spettacolo si alternano narrazione, musica dal vivo e scene di teatro di figura con pupazzi e ombre a cura dello stesso Simone Guerro e Diego Pasquinelli, come da tradizione del Teatro Pirata e del Gruppo Baku. “L’idea di questo spettacolo nasce dall’incontro con l’attore – aggiungono in una nota Guerro e Lucia Palozzi, che ha collaborato alla drammaturgia – Fabio ha uno sguardo aperto al mondo come quello dei più piccoli e la capacità di credere che se si vuole davvero qualcosa sia possibile ottenerla. Per questo non poteva essere che lui l’unico interprete di questa storia, che in sé racchiude il senso più profondo della nostra operazione: rendere una cosa impossibile possibile. Fabio ha costruito – insieme a Ilaria Sebastianelli e Alessio Pacci – il suo clown, la sua maschera, esaltando le caratteristiche della sua personalità e sviluppandola su registri comici. Con serietà e precisione non comuni, ha creato un personaggio unico, la cui simpatia è pari solo alla poeticità, donando a una storia normale la fragile e incomprensibile bellezza della vita”.