Inaugurazione Anno Giudiziario 2017: ANM diserta cerimonia

Il primo Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio inaugura l’ Anno Giudiziario il  28 gennaio 2017 parlando innanzi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riferendosi innanzitutto ad una storica Giustizia troppo lenta rispetto agli altri Paesi Europei invitando a maggiori controlli sulle inchieste ed un rigoroso ed autorevole monito ai Pubblici Ministeri perchè siano più riservati evitando fughe di notizie capaci di condizionare l’ opinione pubblica ribadendo anche la necessità di approvare al più presto la Riforma Penale, l’ abolizione del reato di clandestinità ritenuto inutile ed un richiamo sulla Prescrizione che andrebbe fermata dopo il giudizio di primo grado. Una cerimonia alla quale le toghe giungono divise, con l’Associazione Nazionale Magistrati che per la prima volta diserta l’appuntamento in segno di protesta contro il Governo. In compenso però, seduto nell’Aula Magna del “Palazzaccio”, quest’anno c’è il Premier Paolo Gentiloni che palesa comunque il suo impegno istituzionale con la propria presenza, rispetto al precedente assenteismo di Matteo Renzi. Dalle parole del Presidente Canzio meritano assoluta attenzione tutti gli argomenti affrontati, dal richiamo ai P.M., alla prescrizione, al reato di clandestinità, alla corruzione, al terrorismo, alle adozioni. In riferimento alla prescrizione Canzio ha insistito anche nel suo discorso dell’anno passato, ribadendo infatti “che risulta irragionevole che la prescrizione appunto continui a proiettare gli effetti estintivi del reato nel corso del processo, pur dopo la condanna di primo grado”. Questo, nonostante in Cassazione il numero delle prescrizioni sia “irrisorio” e nell’ultimo anno abbia riguardato circa 767 processi, pari all’1,3% del totale. Più corretto quindi per il Presidente, sarebbe intervenire con misure acceleratorie sulla durata dei giudizi di impugnazione. Ancor più profondo e sentito invece è stato il riferimento al terrorismo e alle sue minacce internazionali sulle quali occorre “arrivare all’istituzione di una Procura Europea, ad oggi bloccata dal prevaler di interessi nazionali, per consentire un maggiore coordinamento delle indagini di polizia e di prevenzione, considerato anche la possibilità di configurare gli atti di violenza terroristica come crimini contro l’umanità”. Massima attenzione anche a quanto avviene in rete e nelle carceri, luoghi più facili alla radicalizzazione, all’arruolamento ed alla cooptazione. “Solo attraverso un trattamento carcerario più umano e finalizzato all’integrazione può attenuarsi, almeno in parte, il rischio di pericolosi integralismi”. La giornata d’apertura dell’Anno Giudiziario tuttavia è stata disertata dall’Associazione Nazionale Magistrati e lo strappo del “sindacato delle toghe” è riferito non solo alla protesta per le funzioni prorogate a 72 anni solo ai vertici della Suprema Corte, ma il Presidente dell’ANM Piercamillo Davigo, che adegua i toni alla profondità del dissenso, contesta gravemente che il Governo possa scegliere i Giudici, ribadendo il fatto che Palazzo Chigi e soprattutto Matteo Renzi non abbiano mantenuto le promesse. Sullo sfondo, nell’ambito del “problema giustizia” “convitato di pietra” onnipresente l’amnistia e l’indulto – che ormai mancano all’appello da 17 anni – per il quale oltretutto ricordiamo che tra qualche giorno – il 5 febbraio per l’esattezza – la radicale Rita Bernardini darà avvio ad uno “sciopero della fame”, assieme ad una moltitudine di carcerati che certamente vi aderiranno. Momento di apprensione dunque per il Premier Gentiloni ed il Ministro Orlando, in mezzo al guado per il fatto di dover risolvere – anche per le mancate promesse di Renzi –  problemi strutturali ed epocali della Giustizia oltre dover dirimere lotte di posizione e di potere tra gli stessi Magistrati. Si parla tanto (solo) di Elezioni, ma il Paese soprattutto dopo il 4 dicembre scorso reclama la soluzione dei suoi problemi più gravi.

 Ellera Ferrante di Ruffana