Jina nome

Padre Oliviero Ferro

Non siamo più abituati a capire perché i nostri genitori ci hanno dato il nome che portiamo. Una volta ci spiegavano che era quello dei nonni o di qualche personaggio che aveva interessato la loro fantasia. Il mio, Oliviero, deriva dal fatto che mio padre aveva letto le avventure di Oliver Twist. Ma, arrivando in Africa, ho capito di più il significato del nome. Da ricordare che se uno non ha nome, non esiste e quindi si può fare di lui quello che si vuole. A questo proposito ricordiamo la campagna di iscrizione all’anagrafe dei bambini appena nati in America Latina che rischiavano di finire nel commercio degli organi. In Africa, al ambino viene dato un nome speciale che ricorda come è nato e in quali circostanze. Ad esempio: Machozi(lacrime) perché c’era una tristezza in famiglia. Matata (problemi) a causa di difficoltà. Furaha(gioia) se c’era la felicità,ecc. Un altro nome viene aggiunto quando si partecipa all’iniziazione. Durante questo periodo ci si prepara alla vita e alla fine viene dato un nome segreto nel quale è racchiuso il programma di vita. Il nome, insomma,  è la persona. E chiamandola per nome, imparo a rispettarla, a farla sentire parte di un mondo, in cui insieme lavoriamo per renderlo migliore di come l’abbiamo trovato.