Salerno: Erasmus a Story off XXX Years I Giornata
La seconda serata, sabato 25 febbraio, verrà inaugurata dal chitarrista Matùs Medved, con la Fantasia n°34 “La compagna” di Francesco Canova, detto da Milano, un brano celebre del liutista rinascimentale caratterizzato dal suo stile semplice derivante da una profonda conoscenza del contrappunto, nella sua grande capacità di combinare in stile imitativo diversi spunti tematici, superando così gli schemi dei suoi predecessori e distinguendosi dalla razionale dottrina della Scuola Fiamminga. Quindi, Alfonso Todisco al pianoforte, Chiara Civale al violino, Francesca Senatore alla viola e Sharon Viola al cello, eseguiranno il Quartetto in sol minore K478 composto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1785. Questo quartetto costituisce la prima delle due opere che Mozart concepì per questa particolare formazione, cui sembrò attribuire, di fatto, una natura intermedia tra quella, più riservata, della musica da camera, e quella più estroversa del Concerto. Si tratta, infatti, di composizioni che si snodano in tre tempi, l’ultimo dei quali in forma di Rondò, con un accentuato carattere virtuosistico nella parte del pianoforte che, tuttavia, si alterna dialogicamente agli altri strumenti senza sovrastarli. L’esordio all’unisono del primo tempo Allegro, fa intravedere squarci di profondità con cui per tutto il brano, denso di chiaroscuri, è in contesa uno spirito di garbata socievolezza che non riesce a prevalere. Il secondo tempo Andante, in Si bemolle maggiore, pare anch’esso appannato da una velata malinconia, mentre il Terzo, Rondò: Allegro moderato; in Sol maggiore, esorcizza le ombre con uno spirito leggero di gaia amabilità. Qui c’è il Mozart alla ricerca dei suoi misteriosi paradisi perduti, e quasi indifferente di fronte alla “comprensione” dell’opera, che egli considerò fra i più alti raggiungimenti nel campo della sua musica da camera. Saranno, quindi, eseguiti, i Cinq petits duos op.56 di César Cui, datati 1857, affidati alla flautista Giusi Costa, al violino di Olena Vesna e al pianoforte di Qian Fang Wei, una manifestazione genuina del suo talento musicale, da puro miniaturista, lirico, d’un umorismo leggero, fine, scherzoso, lievemente sorridente. Saluti finali con l’Allegro molto e Scherzo dal trio in Sol Minore op.63 di Carl Maria Von Weber, proposti da Adam Boeker al pianoforte, Franco Ascolese al flauto ed Emanuele Esposito al violoncello. Una pagina emblema di un’amicizia, nata tra il 1813 e il 1816. I tre strumenti danno vita ad una partitura tra le più difficili della produzione cameristica weberiana per la felice fusione dei tre diversi timbri strumentali, la bellezza melodica e la sottile vena teatrale che percorre l’intero lavoro.