In libreria “Angeli e Gesuiti” di don Stanzione

L’elezione il 13 marzo 2013 del cardinale argentino Bergoglio come  primo papa Gesuita nella storia dei successori di San Pietro ha suscitato interesse sulla storia e sulla spiritualità di questo particolare gruppo di religiosi della Chiesa cattolica. Ma non si può capire la storia dei Gesuiti senza conoscere a fondo il carisma di fondazione che si deve ad Ignazio di Loyola.  L’esperienza vissuta da Ignazio di Loyola, gentiluomo della società spagnola del XVI secolo, è stata generata dall’incontro che si è verificato tra  lui e Dio ed è confluita nel suo libro gli “Esercizi Spirituali”, che scrisse pensando che potesse essere di aiuto anche ad altre anime, ed ha costituito la base della fondazione della Compagnia di Gesù nata con lo scopo di servire Dio mettendosi al servizio del papa e andando nei luoghi in cui si avvertiva una maggiore necessità dell’intervento cristiano. Ciò che ha permesso e ha dato la forza ad Ignazio per realizzare il suo desiderio, di servire Dio e di recargli maggiore gloria, per superare tutte le difficoltà che ha incontrato lungo il cammino e per seguire l’itinerario che si era prefisso è stato l’amore e la devozione verso Dio e la Santissima Trinità che non poteva non esprimersi in amore verso gli altri uomini e nello spirito di apostolato proprio della Compagnia di Gesù. In questo libro “ Angeli e gesuiti” ideato dall’angelologo salernitano don Marcello Stanzione ed edito dalla editrice Segno di Udine si intende  presentare l’aspetto angelologico della spiritualità gesuitica, con particolare attenzione allo spirito di amore che contengono e che si manifesta pienamente come un’intima comunione tra l’uomo e Dio nella contemplazione per raggiungere l’amore della quarta settimana ove si legge: “prendi, Signore, e accetta tutta la mia libertà, la mia memoria, il mio intelletto e tutta la mia volontà, tutto ciò che ho e possiedo tu me lo hai dato, a te, Signore, lo ridono, tutto è tuo, disponine a tuo pieno piacimento, dammi il tuo amore e la tua grazia, che questa mi basta”[1];  lo spirito di apostolato e la dedizione per il prossimo che scaturisce da tale amore nonché la loro attualità e l’importanza che hanno avuto e che rivestono tuttora per la chiesa come ribadiva san Giovanni Paolo II, il 31 luglio 1990, nella lettera del Preposito generale della Compagnia nella quale si legge: “gli Esercizi ignaziani, e in generale la spiritualità ignaziana, hanno sempre goduto grande stima nella Chiesa cattolica, come attestano vari documenti pontifici, dalla prima approvazione degli Esercizi col breve Pastoralis Officii di Paolo III (31 luglio 1548) all’enciclica Mens Nostra di Pio XI (20 dicembre 1929), e come confermano  innumerevoli  ecclesiastici  e  laici,  che   devono  a   queste pratiche spirituali l’inizio o il rinnovato slancio della loro vita spirituale”[2]. Questo testo presenta un ampio contributo di don Marcello Stanzione sulla devozione agli angeli dei gesuiti lungo i secoli, poi particolare attenzione sarà rivolta alla  visione ignaziana sugli angeli e i demoni che viene trattata in appendice A e della quale siamo debitori al canonico regolare della Santa Croce il rev. Padre Ignazio Suarez mentre l’appendice B tratta dell’angelologia del cardinale gesuita san Roberto Bellarmino  di cui siamo debitori al teologo salernitano don Mauro Gagliardi , nell’appendice C sono riportate alcune preghiere agli angeli e a san Michele arcangelo scritte da gesuiti nel corso dei secoli e infine nell’appendice D sono riportate alcune operette sugli angeli di autori gesuiti. Il libro di don Stanzione dimostra che uno dei segreti della potenza spirituale dei primi gesuiti era proprio la loro grande devozione cattolica agli angeli.

Carmine Alvino

 [1] Ignazio di Loyola “Esercizi Spirituali” edizioni Paoline 1990 pag. 17

[2] Giovanni Paolo II “Messaggio di Giovanni Paolo II a Padre Peter-Hans Kolvenbach, preposito generale della      Compagnia di Gesùhttp://www.vatican.va/holy father/john paul ii/letters/1990/documents/hf