Poggioreale: nuova aggressione a poliziotti penitenziari, SAPPE chiede intervento Ministero e Dipartimento
Torna al centro delle cronache il carcere Poggioreale di Napoli. Dopo il suicidio di un detenuto lo scorso 21 febbraio e, in precedenza, il ferimento il 17 gennaio di un Agente di Polizia Penitenziaria aggredito da un detenuto ghanese, un altro grave episodio contro il Personale di Polizia Penitenziaria in servizio è accaduto ieri, mercoledì. “Un detenuto classificato “Alta sicurezza”, con posizione giuridica di definitivo e appartenente alla criminalità organizzata, ristretto al Centro Clinico del carcere, ha aggredito due Assistenti della Polizia Penitenziaria”. Ne da notizia Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “I colleghi hanno subito lesioni tanto da far ricorso alle cure dei sanitari presso il pronto soccorso dell’Ospedale Loreto Mare, ove hanno ricevuto una prognosi di 5 e 7 giorni s.c. A Poggioreale oggi la popolazione ristretta ha raggiunto le 2076 unità. I detenuti “Alta sicurezza” del padiglione Avellino sono in protesta e rifiutano il vitto dell’Amministrazione per denunciare le condizioni detentivo precarie”. Interviene, da Roma, anche il segretario generale del SAPPE, Donato Capece: “Sono inaccettabili queste continue violenze contro i poliziotti penitenziari. Basta. Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono continuare a far finta di nulla. Chi sta in prima linea, ossia i poliziotti penitenziari, pagano questa superficialità istituzionale di chi non fa nulla per arginare queste violenze e non mette gli Agenti in condizione di difendersi”. Capece evidenzia ancora una volta le crescenti criticità delle carceri italiane: “Ogni giorno registriamo gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il Corpo di Polizia Penitenziaria ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 Agenti. Da quando, poi, sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, conclude. “Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Nell’anno 2016 ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti”.