Sassano: Codacons su anatra morta nel Cavarelli, parco Borsellino vicino Scuola Primaria di Silla

Lo scorso mese siamo intervenuti sul fiume Cavarelli, vittima anch’esso non solo dell’insipienza dell’uomo, ma anche del neologismo “post-verità” che descrive una società in cui conta l’apparenza e non la sostanza. In un “post-mondo” si può raccontare un fatto senza cogliere il contesto in cui il fatto stesso avviene, oppure senza raccontarne la storia vera. Qualcuno potrebbe pensare alla “post-verità” solo come una moda distorta dei nostri tempi. Invece essa può anche essere un vero rischio per gli esseri viventi, così come è successo all’anatra morta nel fiume Cavarelli, proprio in prossimità del Plesso della Scuola Primaria e dell’Infanzia di Silla di Sassano nel Parco intitolato a Paolo Borsellino, dove ogni anno viene elargito un premio intitolato all’illustre compianto magistrato. Abbiamo bollato come inutile l’invito fatto dal sindaco del Comune di Sassano e presidente del Parco Nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, che così risuonava: “Invito i cittadini a non essere omertosi e a segnalare qualsiasi informazione a noi o ai Carabinieri. Difendere il paese è come difendere la propria casa”. Inutile invito, perché le denunce erano state fatte da tempo. Forse è mancata l’azione a tutela del luogo, che adesso sembra che sia diventato un rischio per gli esseri viventi. L’amministrazione attuale, che promana da una lista unica e da un consenso allargato delle precedenti liste civiche, dovrebbe chiedere scusa ai cittadini, che – senza assolutamente indulgere in pratiche omertose – avevano da anni denunciato i fatti legati al fiume Cavarelli e altri corsi d’acqua vicini. Adesso pensiamo che l’opinione pubblica dovrebbe chiedere al presidente del PNCVDA l’immediata bonifica del tratto di fiume che scorre in un’area contigua del Parco, accertando se le acque del fiume Cavarelli siano avvelenate, come tutto lascia supporre, e accertando le cause che hanno portato alla morte dell’anatra e alla scomparsa di qualsiasi forma di vita nel fiume che oggi appare nel suo più pieno orrore come nelle foto riportate nel link di sopra. Se non vivessimo in un “post-mondo” potremmo anche avvertire il dovere di evitare di dare la scalata a cariche pubbliche, qualora – nel contesto più limitato del nostro territorio – non fossimo riusciti, negli anni, a risolvere problemi di primaria importanza in una società davvero complessa. Ma questo è un discorso a parte.
 

Il Responsabile della Sede

                                                                                               prof. Roberto De Luca