Mercato San Severino: omelia di don Iannone su rifiuti urbani
Anna Maria Noia
Nella chiesa di S. Giovanni in Parco, a S. Severino, domenica 26 febbraio il parroco don Peppino Iannone ha nuovamente preso posizione riguardo la salvaguardia del creato e del rispetto per l’ambiente. Nella sua omelia, durante la celebrazione delle 11, il sacerdote si è ancora una volta “scagliato” contro coloro che rovinano il paesaggio. In particolare ha stigmatizzato la criticità del “sacchetto selvaggio”, cattiva abitudine di residenti o maleducati di passaggio nella zona. Si tratta delle buste dell’immondizia lanciate dagli automobilisti lungo alcune strade oppure lasciate lì da individui senza coscienza ambientale. È la fattispecie della frazione Spiano, che il prete ben conosce in quanto la sua famiglia vi è originaria; don Peppino – che tra l’altro ha sempre “tuonato” per il fenomeno delle deiezioni canine sui marciapiedi al capoluogo di S. Severino, altra negatività territoriale – si è inserito nell’ambito della liturgia al termine del tempo ordinario: il Vangelo di Matteo, nei passi che narrano degli uccelli del cielo e dei gigli nei campi. In tema ecologico – dunque. Già in precedenza il sacerdote ha espresso disappunto per la gran quantità di spazzatura lungo la provinciale per Spiano. L’ultima volta, lo scorso 4 dicembre 2016 – quando agli inizi dell’Avvento si parlava di S. Giovanni Battista, vestito di peli di cammello: un “ecologista” ante litteram. Stavolta don Peppino, nel mostrare la delusione per gli scempi ambientali, ha dichiarato “provocatoriamente” di voler “reclutare” giovani volontari di S. Severino – al fine di provvedere alla pulizia del nastro di asfalto. Ma, subito dopo, lo stesso presbitero si è reso conto che, non trattandosi di via privata, le responsabilità dovrebbero cadere sugli enti pubblici preposti. Il prendersi cura dell’ambiente è dovere di ogni buon cristiano.